Il Coordinamento delle associazioni per la tutela dei diritti dei consumatori (Codacons) ha presentato un esposto all’Antitrust e all’Autorità per le comunicazioni contro le pubblicità dei dispositivi usb per navigare in Internet commercializzate dalle società di telefonia mobile operanti in Italia.
Si tratta delle varie offerte di “Connect card”, “Pc card”, “Mobile Data Kit” e “Internet key” che sulla carta promettono la possibilità di collegarsi ad Internet dal proprio PC, in qualsiasi momento e in qualunque posto, a velocità di connessione elevatissima.
Questi dispositivi, venduti nella maggior parte dei casi in abbinamento ai contratti dati o alle sim card predisposte per il traffico Internet, permettono in linea teorica di raggiungere velocità di download fino a 7,2 Mbps e fino a 2 Mbps in upload.
L’effettiva velocità però è spesso molto inferiore a quella dichiarata e le segnalazioni pervenute al Codacons parlano di problemi di accesso alla rete e linea che cade in continuazione. Lamentele tra l’altro riscontrabili in qualsiasi forum dedicato alla telefonia mobile.
L’associazione ha chiesto così ad Agcom e Antitrust di accertare la fattispecie di pubblicità ingannevole relativamente ai messaggi con cui le società telefoniche reclamizzano tali chiavette, e di adottare ? qualora si rendano necessari – provvedimenti cautelari urgenti, come il blocco della vendita e la pubblicità di tali strumenti.
Nessuna delle quattro compagnie Italiane (Tim, H3G, Vodafone e Wind) ad oggi raggiunge una copertura che va oltre l’80% del territorio per la tecnologia HSDPA, quella che consente appunto le velocità da 1,8 a 7,2 Mbps per il traffico dati. Questo potrebbe essere uno dei principali motivi dei disservizi riscontrati dagli utenti.
Inoltre, la cosidetta “mobilità” della conettività Internet vale solo nel caso in cui non si superino determinate velocità (in treno o in auto non è garantita la stabilità del collegamento), in più la presenza di ostacoli come muri o peggio ancora di gabbie per la schermatura degli edifici, potrebbe degradare la qualità del segnale.
Insomma, la situazione andrebbe analizzata caso per caso, ma intanto il Codacons chiede maggiore trasparenza.