Secondo l’Osservatorio Banda Larga di Between, società di consulenza strategica e tecnologica nel settore dell’ICT, la banda larga in Italia starebbe procedendo a tre velocità differenti.
L’Osservatorio nasce su iniziativa della Between con la collaborazione del Comitato Esecutivo per la Larga Banda istituito dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie e dal Ministero delle Comunicazioni, per realizzare il monitoraggio della disponibilità di infrastrutture e servizi a banda larga nel nostro Paese.
Seconda le ultime rilevazioni sui processi di adozione e sui modelli di sviluppo locali, solo una piccola parte dei cittadini italiani dispone di servizi a banda ultralarga (oltre i 20 Megabit), un’altra parte naviga con ADSL e un’altra addirittura non è coperta da una rete a banda larga. Una situazione che è stata definita digital divide di Seconda generazione.
Ovviamente la situazione rispetto a qualche anno fa è nettamente migliorata: nel 2004 quasi 10 milioni di italiani non avevano l’accesso Internet a banda larga e regioni come Campania, Lazio, Sicilia, Piemonte, Veneto e Lombardia presentavano condizioni di divario digitale. Nel 2007 gli utenti in digital divide sono 3,4 milioni di persone, ma alcune di queste regioni presentano ancora molte zone scoperte.
Secondo l’Osservatorio, il 95% per cento dei risultati ottenuti si deve a Telecom Italia che è intervenuta sulle centrali di commutazione e sulle linee con il contributo, negli ultimi due anni, di Infratel. Ma l’Italia resta comunque indietro rispetto agli standard internazionali.
François de Brabant, direttore dell’Osservatorio di Between, sostiene che le iniziative più interessanti siano quelle messe in atto dalle regioni (Lazio, Sardegna, Toscana, e di recente Umbria e Marche ne sono gli esempi) ma servono ancora investimenti: «Per i prossimi tre anni è indispensabile investire i 700 milioni di euro che servono per portare il Paese a 20 Megabit».