L’asta sul Wimax si conclude mietendo vittime (ritirati) pesanti tra i grandi operatori del settore delle comunicazioni.
Lo scenario venutosi a creare era assolutamente imprevedibile: chi pensava che Telecom avrebbe fatto la parte del leone, come l’associazione di consumatori «Altroconsumo» che aveva chiesto di porre un handicap all’ex monopolista, dovrà ricredersi.
Stesso dicasi per chi pensava ad un ruolo scomodo e importante di Elettronica Industriale, società controllata dal Gruppo Mediaset. Anche chi aveva avanzato ipotesi di analogie con il caso della gara per l’assegnazione delle frequenze UMTS per i cellulari di terza generazione, dovrà arrendersi alla realtà dei fatti.
L’asta italiana per le licenze del nuovo servizio internet senza fili ha superato il record europeo, con un valore superiore ai 130 milioni di euro. Nessuna farsa, nessun ritiro strategico e nessuna delusione circa le aspettative di incasso da parte dello stato, come era avvenuto in passato per il caso dell’UMTS. Le società Ariadsl e Aft-Linkem sono la sorpresa assoluta per quanto riguarda gli investimenti (quasi un terzo del totale la prima e circa un sesto la seconda).
Dalla comunicazione ufficiale del Ministero, emerge che Ariadsl si è aggiudicata il diritto d’uso in ognuna delle sette macroaree regionali previste dalla gara; Aft (ex Megabeam) è subito dietro ma entrambe le società si sono praticamente assicurate una copertura nazionale.
In realtà, senza l’apporto di queste due nuove realtà del mondo delle telecomunicazioni, il Ministero delle Comunicazioni avrebbe rischiato il flop e tutte le malelingue avrebbero avuto ragion d’essere. Ariadsl è un piccolo (e forse ora non più) provider umbro, finanziato dal magnate israeliano Davidi Gilo, ospite affezionato delle campagne vicino Todi.
Aft-Linkem invece è la società di proprietà dei fratelli Magnoni, già famosa per il suo network di hot-spot wireless che copre molti alberghi di lusso come quelli della catena Best Western Italia, le aree di servizio Autostrade per l?Italia, i principali porti, aeroporti e i centri congressi delle grandi città italiane.