Le origini del progetto
Quando il Ministero per l’Innovazione Tecnologica nel 2001 fece il II avviso per l’e-government per lo sviluppo dell’interoperabilità e la sicurezza, il Comune di Chiaravalle in coerenza con tali obiettivi costituì a livello comprensoriale il Tavolo Tecnico Informatico Intercomunale. Nessun Comune capofila e nessun onere per la PA, gli incontri e le analisi che l’innovazione informatica avrebbe apportato nel territorio sono durati 3 anni e hanno consentito l’elaborazione di un progetto molto attento alle realtà locali e agli interessi dei piccoli Comuni. Essendo alla base dell’idea che ha portato alla costituzione della società SIC1 di Chiaravalle, ne tracciamo brevemente il percorso per poi illustrare le iniziative in atto e in divenire della stessa.
L’esperienza del Tavolo Tecnico Informatico Intercomunale
Elenchiamo con breve descrizione i fattori critici emersi dal confronto di più realtà comunali:
1. Difficoltà di aggregazione fra gli Enti Pubblici. La presenza di un Comune capofila, solitamente di dimensioni maggiori, rende difficile il coinvolgimento dei Comuni più piccoli che si sentono esclusi dal progetto e non sempre trovano conveniente una loro partecipazione, vivono cioè passivamente l’esperienza.
2. Interesse dei cittadini e delle aziende. Avere servizi online in teoria dovrebbe consentire una minor burocrazia, una rapidità di servizio e quindi una maggior attenzione all’utente. Però nelle piccole cittadine spesso abitate da anziani, il rapporto cordiale, tranquillo e personale con l’impiegato comunale sviluppa una modalità relazionale più coinvolgente, meno ansiosa (che succede se sbaglio nell’usare il PC?) e pertanto non è detto che il servizio online venga da tutti apprezzato. Anche da parte del personale del Comune richiede una modifica di atteggiamento mentale a fronte di scarsi riconoscimenti organizzativi e pertanto le nuove applicazioni non usufruiscono della valutazione critica di chi le usa.
Il Discorso con le aziende se non ha alla base un rapporto positivo fra ente pubblico e mondo imprenditoriale difficilmente decolla con l’offerta di documenti, di solito esattoriali, online.
3. Mancanza di infrastrutture adeguate. Per evitare la diffusione del “Digital divide” necessita che ogni cittadino abbia adeguata formazione e che possa collegarsi facilmente in ogni luogo ove si trovi.
4. Costi. Con le finanziarie che hanno ridotto le risorse , un piccolo Comune non riesce ad investire e neanche a sostenere i costi del riuso.
5. Competenze interne scarse e modesta sensibilità degli amministratori (conseguenza di tutto ciò precedentemente analizzato).
Alla fine di questa sperimentazione organizzativa l’Area Informatica del Comune di Chiaravalle ha elaborato un modello di buona prassi progettuale, valido anche al di fuori dell’ICT.