Fibra ottica… aspettando il WiMax
Nel 2000 la Regione aveva approvato il Piano Telematico Informatico Regionale ma è dal 2003 che si comincia a delineare la strategia per lo sviluppo della Società dell’informazione e pertanto si è partiti da una situazione iniziale con gravi carenze infrastrutturali che i 2 precedenti interventi (SICS e Infratel) hanno comunque notevolmente sanato.
Tuttavia, ancora oggi il 45% dei Comuni sardi sono ancora in una situazione di divario nell’accesso dell’ICT. La tecnologia Wi-Fi (basso costo, buone prestazioni ma con copertura limitata) e l’avvio dei nuovi standard WiMax può venire in aiuto, ma la Regione ha posto come condizione indispensabile il rilevamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi e residenziali.
Il problema tecnico è chiamato “backhauling” ed è riferito all’estensione e alla qualità della tratta finale in rame che potrebbe diventare, nelle tecnologie ADSL, il fattore limitante. Pertanto solo l’estensione della fibra ottica verso l’utente finale consentirà di aumentare la velocità di accesso e di collegare alle dorsali ottiche degli operatori tutti gli accessi.
In base a queste considerazioni tecniche, descritte nel progetto, l’amministrazione regionale ha adottato una strategia a 2 velocità (lungo termine e medio-breve termine). La prima con l’applicazione in fibra ottica delle città non collegate in fibra alle dorsali degli operatori, la seconda, per tutti quei Comuni non dotati di infrastruttura ottica, una soluzione che consenta una connettività a costi competitivi.
Dunque la banda larga verrà progressivamente attivata nei Comuni con popolazione compresa tra 2000-2500 abitanti (nelle precedenti programmazioni si era posto il limite minimo di 2500). A livello operativo l’intervento già in atto di Infratel verrà esteso ad altri Comuni che hanno un interesse di mercato per gli operatori ma hanno carenze infrastrutturali.