Le tecnologie senza fili, a breve e lungo termine, non dovrebbero avere effetti negativi sulla salute. Ma, un intervento per tenere sotto controllo la situazione è in ogni caso necessario.
Con queste parole è intervenuto ieri il Ministero della Salute, chiamato in causa da un’interrogazione condotta dall’onorevole Donatella Poretti nel mese di Ottobre. In particolare, l’onorevole aveva fatto richiesta di venire a conoscenza di eventuali studi sulle conseguenze per l’organismo delle tecnologie senza filo.
A due mesi di distanza, dunque, è giunta la risposta del Ministero. Il sottosegretario al Ministero della Salute, Serafino Zucchelli ha citato alcuni casi di studio, come quello inglese, e alcune dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’OMS ritiene che, anche se non ci sono riscontri sulle conseguenze dannose per gli organismi, è comunque opportuno muoversi con uno studio che, analizzando l’evoluzione dell’uso della comunicazione senza fili, metta in evidenza gli effetti dell’esposizione ai campi elettromagnetici.
In Italia, però, ancora non è stato fatto molto. Per questo motivo, il Ministero della Salute ha lanciato il progetto “Salute e campi elettromagnetici (CAMELET)”. Obiettivo? «Valutare i dati scientifici, la stima dei rischi sanitari e l’idonea informazione ai cittadini, tramite pubblicazioni e uno specifico sito web», usando le parole dell’onorevole.
«Mi sono dichiarata soddisfatta della risposta – ha sostenuto infine Poretti – ritengo che, prestando attenzione a non incappare in allarmismi inutili, sia giusto interrogare le istituzioni sul mondo della tecnologia, per altro in continua evoluzione. I cittadini devono avere informazioni adeguate per un uso consapevole.