WiMax contro il digital divide

di Noemi Ricci

28 Novembre 2007 09:00

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L'asta per l'assegnazione delle frequenze è partita, ma l'implementazione del sistema WiMax su scala nazionale sembra ancora lontana. Eppure potrebbe essere la risposta a numerosi problemi...

Come sostenuto dal presidente UPI (Unione delle Province Italiane) Fabio Melilli: «siamo pronti a impegnare risorse sul WiMax e non disdegneremmo che qualche licenza fosse lasciata agli enti locali, laddove non esistessero privati intenzionati ad investire sui territori», in modo da superare rapidamente il problema del digital divide, per cui l’80% del territorio di molte provincie italiane non è ancora raggiunto dalla banda larga, come dichiarato dallo stesso Melilli.

Un’altra tra le principali problematiche che infiammarono le polemiche sulla questione WiMax riguarda le frequenze su cui viaggiano le onde radio nella banda 3,4?3,6 MHZ, riservate al Ministero della Difesa, che ha chiesto al Ministero delle Comunicazioni un rimborso per le spese da sostenere per la riconversione dei radar su altre frequenze. Dopo anni di trattative, a dicembre si è arrivati ad un’intesa, e la Difesa sta completando la propria opera di ristrutturazione delle frequenze studiando un cammino di transizione con il Ministero delle Comunicazioni. Come si legge in una nota ufficiale, infatti, «il Ministero della Difesa congiuntamente al Ministero delle Comunicazioni danno impulso all’iniziativa, riconoscendo l’importanza che il WiMax riveste per il sistema delle comunicazioni civili nazionali e per l’ampio comparto industriale ad esso associato».

Adesso che è partita l’asta di assegnazione delle licenze, non resta che attenderne gli sviluppi e sperare di vedere presto in azione il WiMax sul territorio nazionale.