Un recente studio sull’adozione di soluzioni di dematerializzazione dei documenti in Italia, a cura della School of Management del Politecnico di Milano, ha evidenziato una scarsa adozione in azienda: meno del 5%, contro una media internazionale del 10-15%.
Questo, nonostante la stima dei benefici in termini di riduzione dei costi del ciclo dell’ordine arrivino fino a 70 euro per coppia cliente-fornitore.
Un valore che si traduce in una riduzione del costo iniziale compresto tra 65 e 85% e tempi di ammortamento generalmente inferiori all’anno.
Perchè allora il ritardo tra le imprese italiane? L’ostacolo maggiore sembra essere l’abitudine, quindi la ritrosia nell’affrontare il cambiamento.
Un primo input è stato fornito dall’entrata in vigore della prescrizione contenuta nella Finanziaria 2008 (art. 1, commi da 209 a 214), che prevede l’obbligo della fatturazione elettronica nei rapporti commerciale con la PA e gli enti pubblici. Un fattore, questo, di semplificazione per le imprese non indifferente.
Di digitalizzazione delle risorse informative, a cavallo tra Pubblico e Privato, si è discusso anche alla FieraForum RisorseComuni 2008, conclusosi ieri a Milano.
Tra i seminari in programma, anche “La dematerializzazione del procedimento amministrativo: protocollo informatico avanzato, riorganizzazione documentale, digitalizzazione dei procedimenti”.
Nel corso del seminario è stato illustrato, come best practice, il sistema SIMEL (Sistema Informativo Multicanale Enti Locali) per le aziende di Salerno.
Tutta la documentazione afferente agli uffici comunali viene raccolta nella banca dati unica (B.D.U.) aggiornata in tempo reale, così da permettere anche imprese di interagire con SIMEL attraverso il portale istituzionale di Salerno ed effettuare vari tipi di operazioni.
Un buon esempio da seguire dunque, in un momento in cui i tempi sembrano essere maturi perché le imprese pubbliche e private comprendano i vantaggi che l’automatizzazione del ciclo economico-finanziario aziendale è in grado di fornire.