Per molti anni la struttura organizzativa aziendale ha avuto un unico modello di riferimento basato su una struttura di tipo rigorosamente gerarchico. Oggi, è possibile definire almeno un paio di modelli aziendali che si discostano dalla visione tradizionale e che hanno trovato un discreto seguito nel mondo enterprise: il modello organizzativo a Matrice e quello Misto. Vediamo, dunque, di capire meglio i concetti che stanno alla base delle tre strutture più note.
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Gestione Tradizionale (Gerarchica)
La struttura organizzativa tradizionale prevede una gerarchia di gestione verticale. Inizia con il CEO (Chief Executive Officer, più noto in Italia come Amministratore Delegato) e il presidente e si ramifica verso il basso e l’esterno attraverso la rappresentazione di ogni impiegato che risponde alla propria linea manageriale.
Figura 1. Organizzazione gerarchica
Come si è detto, questo sistema di management ha rappresentato per anni l’unico punto di riferimento valido ma è tuttora la struttura di gestione che viene più utilizzata nelle imprese.
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Uno dei vantaggi primari di tale struttura è che ogni impiegato ha ben chiaro chi sia il proprio superiore. Normalmente, ogni impiegato fa capo ad un manager che è personalmente responsabile della gestione delle singole carriere degli impiegati appartenenti al proprio team, nonché dell’intero team stesso e della gestione dei progetti su cui è impegnata la sua squadra. Tra le responsabilità del project manager inquadrato in un’organizzazione gerarchica, sicuramente, non possono mancare: l’identificazione chiara degli obiettivi, la gestione ottimale delle performance, l’assegnamento appropriato dei task e il project scheduling.
Uno svantaggio della gestione organizzativa tradizionale è che le ore di sviluppo non utilizzate dai membri di un team impegnati in un progetto non possono essere facilmente trasferite su un altro progetto. In altre parole, in una struttura gerarchica, i progetti sono sviluppati in maniera indipendente gli uni dagli altri. Ognuno di essi richiede un team assegnato che non può essere coinvolto (salvo casi eccezionali) in altre attività esterne al progetto stesso.
Gestione a Matrice (Matrix Management)
Ci sono due scuole di pensiero sul sistema di gestione a matrice ed esse sono totalmente in contrapposizione l’una con l’altra. La prima promuove a pieni voti questo metodo, reputando che esso incrementi l’efficienza e la produttività attraverso la diminuzione dei tempi morti presenti, ad esempio, nella fase di sviluppo. La seconda, invece, ritiene che tale metodologia sia un punto a sfavore per l’efficienza in quanto considera uno spreco l’uso di risorse accessorie non necessarie al management.
Il sistema a matrice sembra trovare maggior riscontro in organizzazioni molto ampie in cui si lavora sovente in modo parallelo e concorrente su progetti complessi e ampi. Il concetto che sta dietro la gestione a matrice è che il Team Manager rappresenta il manager di linea (line manager) per i membri del suo team. Egli è responsabile della gestione quotidiana della squadra dal punto di vista della funzionalità, attraverso la definizione dei processi, delle procedure e delle cosiddette best practices da adottare. Il team manager si occupa, altresì, della crescita e dello sviluppo delle risorse, definendo gli obiettivi per i singoli componenti del team.
Questi ultimi, però, a differenza della precedente struttura organizzativa nella quale rispondevano direttamente ad un unico superiore, hanno anche dei rapporti diretti con i project manager, in base al progetto su cui sono impiegati. In un sistema a matrice, un membro di un team può essere assegnato ad un singolo progetto o a più progetti, tutti da portare avanti in modo parallelo.
Il compito del project manager sarà, in questo caso, di tipo prettamente progettuale, basato sull’organizzazione dei tempi di lavoro in relazione al numero di ore settimanali allocate per ogni membro del team. Ogni risorsa, quindi, riporterà il proprio stato di avanzamento lavori direttamente al project manager e non al team manager. Ciò significa, come si può notare, che ogni membro di un team risponderà a due (o anche più) manager e sarà, in effetti, egli stesso membro di due (o più) team. L’appartenenza a più squadre, pertanto, potrebbe comportare anche un ruolo differente di volta in volta ed una responsabilità precisa nei confronti di ogni manager.
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Figura 2. Organizzazione “a matrice”
Il diagramma che illustra la tipologia di gestione a matrice può risultare anche abbastanza confuso. La figura seguente illustra un esempio generico (semplificato) di diagramma di gestione a matrice, in cui nelle intersezioni tra le linee orizzontali e quelle verticali troveranno posto le risorse: C’è da dire che all’interno di questo sistema di gestione esistono, solitamente, alcuni dipartimenti che mantengono la tipologia di organizzazione tradizionale gerarchica. Le Risorse Umane sono un buon esempio di dipartimento in cui il sistema a matrice viene usato raramente. In generale, è possibile affermare che il sistema a matrice è difficile da applicare in situazioni in cui più funzioni necessitino di coesistere all’interno di uno stesso dipartimento.
Il sistema di gestione Mista
Infine, esistono anche strutture organizzative che combinano gli aspetti della gestione tradizionale con quelli della gestione a matrice. Differenti strutture di progetto coesistono in seno allo stesso progetto. Con la struttura organizzativa mista, uno dei vantaggi derivanti è sicuramente quello della flessibilità. Gli svantaggi, d’altra parte, derivano dalla poca chiarezza che può esserci relativamente alle linee di responsabilità e dall’incremento della complessità nella comunicazione.
Conclusioni
Per le piccole e medie imprese (soprattutto per le piccole) la struttura rigorosamente gerarchica non trova facile applicazione. È più facile prevedere una organizzazione a matrice nella quale più risorse possono seguire, in caso di necessità, più cantieri e avere, pertanto, una maggiore elasticità sulla gestione dei progetti. La struttura gerarchica trova, sicuramente, forte riscontro nelle grandi aziende in cui è più facile suddividere le risorse in modo netto.