Turnover basso, strumenti di welfare aziendale, niente pay gap fra uomini e donne, iniziative a beneficio del territorio. Sono alcune delle azioni di sostenbilità sociale generalmente messe in pratica dalle PMI in base al Social Sustainability Monitor di SDA Bocconi e F2A.
Un report dal quale emerge un’attenzione delle piccole e medie imprese a quella che è forse la meno indagata fra le tre lettere che compongono le pratiche ESG, la S di sostenibilità sociale.
La sostenibilità sociale in azienda
La survey indaga le due diverse dimensioni di cui si compone la sostenibilità sociale, ovvero quella “esterna” verso le comunità locali e il territorio, e quella interna, relativa quindi all’organizzazione aziendale.
Per quanto riguarda quest’ultima, emerge che il 43% delle imprese, di cui il 30% PMI, ha una percentuale di dipendenti che hanno lasciato l’impresa nel 2023 inferiore al 5%. Il 26% delle imprese, di cui il 10% è rappresentato da PMI, offre ai dipendenti una protezione sociale contro la perdita di reddito dovuta a eventi importanti della vita.
Il 61%, e qui le PMI sono il 39%, non riscontra un divario tra la retribuzione delle donne rispetto agli uomini. Nel 24% delle imprese, tale divario è inferiore al 5%.
Le pratiche social verso il territorio
Per quanto riguarda invece l’attenzione nei confronti della comunità, il 41% delle imprese (di cui 15% PMI) ha effettuato delle donazioni in denaro o di altri beni a scopo di ricerca tecnologica e scientifica, e il 35% lo ha fatto negli ultimi 3 anni.
Il 74% delle imprese, fra cui il 28% di PMI, effettua opere di volontariato o donazioni in denaro o altri beni a favore di organizzazioni no-profit. Infine, il 47% delle imprese (13% PMI) ha contribuito a iniziative a beneficio della comunità locale e/o del territorio.
Il Social Sustainability Monitor
Quella di quest’anno è la prima indagine su questi aspetti effettuata dal Social Sustainability Monitor, e rappresenterà una sorta di punto di riferiemento per misurare le evoluzioni nei prossimi anni.
La scelta di concentrarsi sulla sostenibilità sociale è stata determinata dalla considerazione che le performance ambientali e di governance, gli altri due pillari ESG, sono maggiormente indagate anche perché meglio definite e più facili da misurare.
Un punto di riferimento normativo è rappresentato dalla direttiva europea CSRD, pubblicata il 16 dicembre 2022, che prevede anche l’obbligo per le imprese di rendicontare rischi e opportunità derivanti da questioni sociali e ambientali, e l’impatto delle loro attività su persone e ambiente.
Le imprese di grandi dimensioni devono iniziare a farlo in questo 2024, per le PMI invece c’è tempo fino al 2026.