Aprire partita IVA per attività online: quando serve e come fare

di Anna Fabi

26 Aprile 2024 09:24

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Aprire la Partita IVA per vendere online è sempre necessario? Ecco la normativa di riferimento e come agire in base al canale e alle diverse modalità.

Per chi decide di avviare un’attività di vendita online, a prescindere dal settore merceologico, è fondamentale conoscere la normativa fiscale di riferimento per essere certi di rispettare tutti gli eventuali adempimenti previsti. L’apertura della Partita IVA è il primo aspetto da valutare: non sempre, infatti, chi vende online è obbligato a compiere questo passo, tuttavia sulle regole da seguire c’è spesso molta confusione.

Quando è obbligatorio aprire la Partita IVA e quando, invece, non è necessario? È indispensabile ottenere un ricavo superiore a una determinata soglia? In quali sanzioni si incorre se non si rispetta l’obbligo?

I quesiti a cui rispondere sono numerosi. Fatture in Cloud mette a disposizione una guida gratuita con tutti gli step da seguire per aprire Partita IVA, integrando la spiegazione testuale con il video di Massimiliano Allievi, commercialista molto conosciuto online.

Vendita occasionale e vendita abituale

Uno dei principi su cui si basa la disciplina relativa alla Partita IVA riguarda la distinzione tra vendita occasionale e vendita abituale. La disparità non è dovuta al reddito percepito, bensì alla modalità di svolgimento dell’attività stessa.

Se la vendita occasionale avviene in modo sporadico e non organizzato, senza continuità e senza generare reddito d’impresa, la vendita abituale si verifica invece nel momento in cui l’attività si caratterizza per abitualità e continuità.

In tutti i casi in cui un contribuente esercita un’attività commerciale in modo abituale e continuativo, nello specifico, vige l’obbligo di aprire la Partita IVA.

La soglia dei ricavi e l’obbligo di Partita IVA

Come anticipato sopra, il volume dei ricavi percepiti attraverso la vendita non influisce sull’obbligatorietà dell’apertura della Partita IVA.

Un falso mito molto condiviso, ad esempio, riguarda il limite dei 5mila euro di fatturato, al di sotto del quale non sarebbe necessario aprire la Partita IVA. Si tratta di una credenza priva di fondamento, proprio perché i ricavi non possono essere considerati come un requisito o un parametro da valutare in quest’ambito.

Vendita online con Partita IVA: casistica completa

La vendita online si declina attraverso una lunga serie di canali differenti, spaziando dal vero e proprio e-commerce al più semplice second-hand, fino ai più innovativi dropshipping e reselling. Passare in rassegna la casistica completa è molto utile per individuare gli obblighi fiscali relativi a ciascuna tipologia.

E-commerce

L’e-commerce deve essere considerato come un negozio fisico a tutti gli effetti, che fa capo a un’unica azienda ed è finalizzato alla vendita di varie tipologie di beni.

È uno store virtuale, organizzato e strutturato, che impone l’apertura della Partita IVA e altri adempimenti fiscali previsti per il commercio elettronico.

Marketplace

A differenza dell’e-commerce, il marketplace (come Amazon ed eBay solo per fare alcuni esempi) è una piattaforma online che raggruppa al suo interno numerosi venditori. Questi ultimi, se vendono in modo sistematico, abitualmente e non occasionalmente, sono certamente tenuti ad aprire la Partita IVA.

Dropshipping

Anche il dropshipping viene considerata un’attività commerciale svolta in modo continuativo e professionale, rendendo necessaria l’apertura della Partita IVA.

La sua peculiarità è la vendita di prodotti al dettaglio in collaborazione con uno o più fornitori esterni, che su richiesta prevedono a inviare il bene acquistato direttamente all’acquirente consentendo al venditore di non occuparsi della spedizione e dello stoccaggio.

Reselling

Vendere un prodotto particolarmente ricercato, o fuori produzione, a un prezzo maggiorato: il reselling consiste proprio in questo e richiede l’apertura della Partita IVA se l’attività di vendita viene svolta dal reseller in modo continuativo e organizzato.

Second-hand

Per quanto riguarda il commercio second-hand di beni usati, infine, è sempre necessario tener conto della modalità di vendita per capire se si è tenuti a rispettare specifici adempimenti fiscali.

Non sono previsti oneri se la vendita è saltuaria e occasionale, mentre un’attività commerciale continuativa, anche in questo caso, presuppone la regolarizzazione attraverso l’apertura della Partita IVA.

Risorse utili ai venditori online

Fatture in Cloud, nella sua nuova raccolta di contenuti, accompagna i venditori online (e tutti gli aspiranti imprenditori) all’apertura della Partita IVA, mostrando loro le principali scelte da compiere, i documenti necessari e la procedura da affrontare. I contenuti sono declinati in diversi formati, così da trovare ciò che più soddisfa le proprie esigenze: guida testuale, video, domande frequenti e altro ancora.