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Nonostante tutte le aziende siano d’accordo sul fatto che la crescita è il primo obiettivo, tutte differiscono sui criteri di misurazione. In base al proprio profilo si valutano i ricavi, i punti di distribuzione o i profitti, ma nessuno di questi metodi tiene conto del valore dell’azienda stessa.
Bilanci e performance sono elementi che aiutano a migliorare il valore, al pari di asset meno “quantificabili” come: reputazione, talento, squadra, impegno sociale (vero), fedeltà dei consumatori, affidabilità verso clienti e partner.
La tendenza a misurare fattori tangibili è fuorviante. Quelli operativi e finanziari, infatti, dovrebbero essere considerati indicatori più che risultati.
Misurare il valore porta dunque ad una visione più completa della propria azienda e a lavorare in un modo omogeneo, capace di tener conto di tutti i diversi livelli.
Le aziende di valore si distinguono per aver investito nel lungo periodo con una visione d’insieme e compatta della propria realtà. Non a caso, la crescita del valore va di pari passo con un controllo maggiore del mercato, tanto da diventare significativi per i competitor. Le operazioni di taglia e cuci sui risultati di bilancio per far risultare i numeri in crescita non prendono in giro gli analisti finanziari: la reputazione conta quanto e più dei margini.