Il business dell’influencer marketing sta vivendo la sua grande stagione, ma come ogni cosa al suo apice il declino appare vicino. Di certo non si assisterà alla sua fine ma ad una sua trasformazione: dai gradi influencer da milioni di follower si pass ai micro influencer, con un seguito meno nutrito ma più fedele.
Secondo le ultime ricerche appare evidente che gli influencer da mille follower generano un tasso di coinvolgimento dell’85% superiore rispetto agli account con 100mila follower. Le grandi aziende sanno quindi che più è alto il numero di follower, più basso è il tasso di coinvolgimento.
Un pubblico più piccolo comporta un’interazione più autentica con tra influencer e follower. L’84% afferma di fidarsi del micro influencer, vedendola come una figura esperta, capace di dare consigli utili.
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Le aziende hanno cominciato ad andare a caccia dei micro influencer soprattutto per i prodotti di nicchia, ma presto saranno presi in considerazione anche dai grandi marchi.
Assoldare un micro influencer porta inoltre a vantaggi economici, avendo tariffe più basse. Avere dalla propria parte la persona giusta permette di dare una determinata immagine del proprio brand ed accrescere la fiducia dei clienti.
La scelta del giusto micro influencer è una parte importante: quelli ideali sono già presenti tra i nostri contatti, trattandosi di clienti o utenti che seguono le pagine social.
Questo non significa eliminare dalla propria strategia i grandi influencer, ma puntare a segmenti diversi, lavorando su prodotti differenti e costruendo delle nicchie più fedeli. L’importante è stabilire delle regole fin da subito, chiedendo agli stessi micro influencer cosa si aspettano dall’azienda. Nel corso del tempo si capirà se il lavoro fatto è quello giusto; per questo è bene non perdere mai di vista grandi o piccoli influencer del proprio marchio.