Il nuovo Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) entrato in vigore a fine maggio 2018 ha il duplice scopo di fornire ai cittadini maggiori diritti sul controllo sui propri dati personali e, allo stesso tempo, uniformare il quadro normativo per le imprese chiamate a gestire questo tipo di informazioni.
Come hanno accolto le nuove regole le varie categorie professionali in Italia? Come si sono preparati i professionisti per mettere in atto la normativa europea?
Per rispondere a queste domande, Kingston Digital ha condotto un’indagine esplorativa da cui si evince come sia cresciuta la consapevolezza dell’importanza dei dati e della loro conservazione; tuttavia a essere ancora carente è la capacità di gestirli e salvarli correttamente.
Il sondaggio ha coinvolto medici, avvocati, commercialisti, consulenti finanziari, giornalisti e altri professionisti pressoché concordi nel ritenere essenziali i dati prodotti quotidianamente in ambito lavorativo, mettendo tuttavia in evidenza comportamenti non sempre adeguati: se i medici devono affidarsi alle risorse ospedaliere centralizzate per l’archiviazione dei dati, i commercialisti si mostrano molto rigorosi procedendo con backup multipli su dischi rigidi esterni, PC e Cloud.
Sono gli avvocati, invece, ad affidarsi ancora prevalentemente al cartaceo prima di operare in modalità digitale.
Una certa diffidenza riguarda anche i metodi di backup più innovativi come il Cloud, mentre sembra che la quasi totalità dei professionisti intervistati abbia sperimentato sulla propria pelle la perdita dei dati in almeno una circostanza, avendo a che fare con un drive USB smarrito o con un disco rigido bloccato, ma anche con un backup poco scrupoloso o carente.
Le testimonianze di diversi professionisti interpellati da Kingston Digital sono raccolte in un video online.