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Lavoro innovativo: flessibilità in tutti i sensi

di Chiara Basciano

Pubblicato 22 Maggio 2018
Aggiornato 11 Dicembre 2018 09:29

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Considerare la flessibilità come un processo continuo e non come un progetto limitato nel tempo: le tre declinazioni del lavoro smart.

La consapevolezza di dover svecchiare il modo di lavorare in azienda è diffusa ma stenta a cambiare davvero il volto dei luoghi di lavoro. Come rileva una recente ricerca Ricoh (Empowering Digital Workplaces), flessibilità non vuol dire soltanto lavorare per obiettivi e gestire il tempo in modo autonomo (ciò può portare ad abbattere quella rigidità strutturale che soffoca l’inventiva, mettendo in risalto le idee dei lavoratori più creativi e dando nuova linfa all’azienda stessa) ma anche saper cambiare (guardando alla tecnologia con curiosità e individuando gli strumenti più adatti).

E visto che il 37% degli intervistati afferma di non disporre delle risorse economiche necessarie per investire in nuove tecnologie, ecco che diventa ancor più strategico investire in quelle giuste, che siano davvero utili.

=> Le ragioni del lavoro flessibile

Un altro ambito in cui la flessibilità dovrebbe essere la parola d’ordine è quello dei flussi interni, eppure solo il 73% dei manager delle PMI indica il workflow interno come possibile campo d’interesse per il cambiamento aziendale.

È importante invece ricordare che il miglioramento dell’agilità e la flessibilità dei processi devono procedere di pari passo.