E-commerce e SEO: piccola guida per non addetti ai lavori

di Andrea Boscaro

3 Novembre 2009 11:30

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Il SEO non è più appannaggio di webmaster e sviluppatori, ma è il campo dei marketers e dei responsabili dei contenuti. Solo l'utente infatti potrà premiarci, anche nell'essere al top delle pagine di ricerca

La predominanza dei motori di ricerca come ambito di accesso alle informazioni sul Web è tale che, ai fini del farsi trovare nel momento in cui l’utente esprime il proprio bisogno informativo, oggi si parla di “scrivere per i motori di ricerca” quasi che tale attenzione debba essere superiore a quella che si presta nei confronti degli utenti stessi.

Questa affermazione è vera solo in parte. Non è vera nella misura in cui è ormai chiaro che un sito (o una landing page, uno store su eBay, una pagina su un social media), per avere successo sui motori, deve sostanzialmente essere vincente in primo luogo nei confronti degli utenti e pertanto deve essere aggiornato, ricco di contenuti appropriati, ben organizzato al suo interno sotto il profilo dei flussi di navigazione, facile da consultare e usabile: è certamente finito infatti il tempo dei “trucchetti” informatici per ingannare gli algoritmi abusando di metatag e pagine “civetta”.

L’affermazione è però vera invece se si pensa che, nello scrivere, la cura da prestare ai contenuti deve tenere in considerazione il funzionamento dei motori di ricerca per renderne agevole l’opera di indicizzazione. Non solo, ma un’attività di ottimizzazione include anche iniziative esterne al sito disegnate per aumentarne il referenziamento (“link popularity”) e quindi l’indice di affidabilità da parte dei motori di ricerca (“Pagerank” nel caso di Google). Vediamo per sommi capi questi due ambiti, rimandando necessariamente per approfondimenti ad ulteriori contributi, a blog, siti e libri specializzati.

Le attività interne al sito presuppongono certamente un costante aggiornamento dei contenuti e, in particolare per i negozi online, una presentazione chiara, descrittiva, completa dei prodotti e dei servizi che si intende vendere. E’ poi necessario usare in modo selettivo e attento i title html delle pagine, i metatag, il comando alt delle immagini e le tecniche di url-rewriting per rendere gli url stessi, dinamicamente creati dalla interrogazione del database, comprensibili per gli spider e gli algoritmi. Ulteriori informazioni sul SEO, ambito tanto in evoluzione quanto dibattuto dagli stessi operatori del settore, possono essere reperiti su siti specializzati ed attengono ad ambiti più propriamente di sviluppo. Il manager deve però aver ben chiaro la rilevanza del tema e la necessità che ad esso si presti attenzione sul fronte della produzione dei contenuti e della usabilità della loro fruizione.

Il secondo ambito è dato invece dalle attività esterne al sito che devono essere attivate non solo per generare traffico in ingresso, ma soprattutto per aumentarne, agli occhi dei motori di ricerca, la rilevanza e la validità per le singole ricerche dei navigatori.

In questo senso è bene:

  • recensire il sito presso le directories, sia quelle generaliste (Dmoz in primis) sia quelle legate alla categoria merceologica di riferimento;
  • cercare di ottenere link in entrata (“backlink”) da altri siti di qualità;
  • costruire cross-linking con la propria pagina su Facebook, il proprio canale su Youtube, la propria presenza su Twitter, il proprio store su eBay;
  • sottomettere i propri aggiornamenti ad aggregatori di blog e feed rss;
  • diffondere i propri comunicati stampa con link al sito;
  • incentivare gli utenti ad inserirci nei loro bookmark e a “taggare” le singole pagine sui siti di social bookmarking come del.icio.us o digg.it

L’attività di SEO non va pertanto pensata come un’iniziativa a se stante: è piuttosto un’attenzione da prestare costantemente nel lavorare al nostro sito e nel promuoverlo presso la nostra utenza, dovunque questa possa esprimere un interesse nei confronti dei nostri servizi, dei nostri prodotti, della nostra marca.