Il marketing degli italiani: nel mulino che vorrei

di Rosanna Marchegiani

15 Dicembre 2009 11:30

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Nel Mulino che vorrei è il primo progetto italiano di co-generazione delle idee: gli utenti del sito propongono all'azienda i prodotti che vorrebbero trovare al supermercato o i gadget che farebbe loro piacere ricevere

È dal marzo del 2009 che la Barilla ha lanciato il sito “Nel Mulino che vorrei” con l’obiettivo di cercare di capire cosa i consumatori vorrebbero dall’azienda. Il meccanismo è semplice. Chiunque, purché iscritto al sito, può proporre un’idea. Le varie proposte vengono votate dagli altri utenti del sito, quindi dagli altri consumatori. Le idee più votate, cioè quelle che piacciono di più ai potenziali acquirenti, passano ad una seconda fase nella quale si procede ad un esame della fattibilità del progetto e, se l’idea è buona, viene realizzata dall’azienda.

Ad oggi, sul sito, ci sono più di 1.600 idee che possono essere utili all’azienda, e non solo, per comprendere come sarebbe il marketing della Mulino Bianco se a farlo fossero i normali consumatori: casalinghe, genitori, nonni, ecc…

Ma leggiamo alcune di queste idee. Certe proposte riguardano i prodotti e i loro ingredienti, come realizzare merendine con più frutta in modo da porre una maggiore attenzione alla salute o produrre un grancereale al caffè.

Altre si riferiscono alle confezioni come, realizzare delle confezioni regalo per le feste o confezioni a forma di mulino di latta o di materiale conservabile da poter anche riutilizzare.

Poi ci sono le proposte sulle varie forme di promozione, ad esempio segnalibri da mettere nelle confezioni o ciondoli per cellulari targati Mulino Bianco, raccolte punti con premi particolari come peluche a forma di una delle merendine.

Sul lato dell’impegno sociale, poi, le idee sono, forse, le più interessanti. A parte le proposte più consuete come quelle devolvere parte del ricavato delle confezioni di merendine ad associazioni ospedaliere, c’è chi suggerisce di finanziare una cooperativa sociale in un paese del terzo mondo e far produrre dei cestini portatane fatti a mano da mettere come premi al posto di quelli proposti tradizionalmente dall’azienda.

O ancora chi propone di incentrare le pubblicità, anziché sul classico concetto di famiglia perfetta, dove tutti sono bellissimi, magri, slanciati, ecc. su quello di famiglia normale, composta anche da bambini down o su sedia a rotelle, comunque sorridenti e ghiotti di biscotti, in modo che la pubblicità possa diventare anche strumento per cambiare i luoghi comuni e la mentalità.

A volte le idee nascono da un’esigenza personale, ma comunque condivisa da molti. Ad esempio, chi soffre di allergie alimentari si fa portavoce di tutto un mondo di persone affette da tali disturbi proponendo di mettere in commercio biscotti e altri prodotti per la prima colazione adatti a tali soggetti.