Ma un alto dirigente d’azienda deve essere creativo? Una volta sarebbe suonato come un controsenso abbinare il concetto di gestione aziendale a quello di creatività. In periodi di economie difficilmente interpretabili – poiché mutanti ad una velocità maggiore rispetto alla nostra capacità di metabolizzare i cambiamenti – è sempre più plausibile che si debba far di necessità virtù.
E così il vecchio “uomo d’affari” diventa sempre più il timoniere in grado di interpretare le insidie del mare aperto con strumenti sempre più diversificati. Sergio Marchionne, AD di Fiat, è semplicemente l’antesignano di questa nuova figura: in questo caso la creatività si è spinta fino a capire che il livello motivazionale dei dipendenti e dei quadri può essere stimolato da un approccio più diretto. E così via giacca e cravatta e via portoni di legno insonorizzati all’ingresso degli uffici del management: condivisione e trasparenza diventano le nuove chiavi di riscossa per un’azienda che aveva fatto del “vecchio” un valore, confondendo questo concetto con quello di “tradizione” e con quello di “know how”.
Sarà forse segno dei tempi anche l’abuso della parola inglese brainstorming, per indicare un confronto creativo che effettivamente si fa sempre più tempesta nell’azienda-tipo del 2010: i tempi sono sempre più compressi e le soluzioni sempre più difficili da trovare, in un’epoca in cui all’errore viene lasciato sempre meno spazio.
Ponendo attenzione a false analogie, vale la pena rimarcare il fatto che creatività non significa etereità, bensì la capacità di individuare nessi apparentemente improbabili nelle linee d’azione di un’impresa. E di solito il successo di un’intuizione viene decretato nel medio periodo: solo fra diversi mesi potremo stabilire se Roberto Masi, AD di McDonald’s Italia, avrà “azzeccato” il mercato internazionale con McItaly, il panino con ingredienti tutti italiani. O se sarà un flop, di fronte al fatto che molti avventori di McDonald’s vogliono per quei 20 minuti mangiare assolutamente “americano”. In ogni caso, la risposta non è mai scontata ed è per questo che le sorprese, nei casi di maggior successo dell’imprenditoria mondiale di questi anni, non mancano.
Esempi di management creativo sono dati, infatti, dai numerosi casi di negozi online, che tarano le proprie strategie di vendita sulla base di riscontri diretti da parte dei clienti-internauti. Pensiamo al caso di Yoox.
Proprio i nuovi media sono fra le cause principali di questa rapida evoluzione del concetto di management, nel momento in cui le informazioni viaggiano sempre più veloci e la strategia vincente non è tale perché custodita gelosamente all’interno della vecchia organizzazione piramidale dell’azienda. In periodo di conoscenze diffuse l’intuizione e la capacità di prevedere le dinamiche comportamentali sono i veri strumenti vincenti del manager moderno, un “manager 2.0”. Creativo.