La seduzione è un’arte, un’arte psicologica. Una persona seduce non per quello che è o per ciò che possiede, ma per il suo modo di fare. Sedurre è affascinare, allettare, lusingare, far pensare all’altro di essere l’oggetto dei propri sogni, a prescindere da ciò che realmente è.
La stessa cosa succede nel mondo del brand. Oggi il consumatore è sommerso da prodotti e da marche e da informazioni su di essi: cosa è in grado di fare quel certo bene, quali sono le loro caratteristiche tecniche, i vari prezzi. Questi elementi, che esprimono ciò che il prodotto è a livello razionale, il suo valore tecnico e la sua convenienza economica, rendono sempre più difficile per una marca differenziarsi dalle altre e valorizzare la propria merce.
Carla deve cambiare il suo telefonino. Le ci vuole poco a raccogliere informazioni sui vari modelli e sulle varie marche: le caratteristiche tecniche di ognuno di essi, il design, il prezzo. Valuta, confronta, ma… sono veramente questi e solo questi gli elementi che la fanno decidere per una marca anziché un’altra?
Il brand una volta svolgeva una funzione informativa circa il prodotto e serviva a persuadere il consumatore sui suoi elementi distintivi. Oggi, esso tende sempre più ad affiancare ai tradizionali valori della serietà e della qualità altri meno tangibili, che hanno come obiettivo quello di attrarre il consumatore a livello emozionale. La marca deve sedurre e il prodotto deve diventare oggetto dei propri sogni.
Sempre meno di frequente, la forza di una marca di successo sta nelle qualità del prodotto: ciò che diventa sempre più importante, invece, è la loro attrattività, la loro capacità di emozionare l’individuo. Ecco allora che il brand deve fornire qualcosa di magico, di diverso, di desiderabile. Nella capacità di sedurre sta sempre più spesso la motivazione che induce il consumatore all’acquisto. La marca deve trasferire sensazioni ed emozioni che vadano ben al di là della sola conoscenza del prodotto, in modo da circondare il brand con elementi mistici e attrattivi, capaci di rapire il potenziale consumatore.
In questo modo il prodotto si trasforma, da semplice bene di consumo, ad un universo di emozioni, di magia e di fascino.
Siamo allora certi che Carla voglia acquistare semplicemente un telefonino? O piuttosto non voglia acquistare qualcosa in più? Siamo certi che acquisterà semplicemente il telefonino ritenuto tecnicamente migliore o economicamente più conveniente o piuttosto che non opterà per quello ritenuto più attraente e dotato di maggiore seduzione?