L’affidabilità e la reputazione di un manager sono legate a doppio filo, con una scala di valori ed un rigido protocollo che possono essere sinteticamente delineati con l’efficace termine di business etiquette.
In effetti, la multiculturalità degli attuali ambienti lavorativi e l’alto livello tecnologico che li contraddistingue rendono sempre più elevata la possibilità di incappare in grossolani sbagli o in errori di comunicazione, che possono seriamente danneggiare l’iter di una trattativa e la conclusione di un affare.
A volte basta poco per minare drasticamente la credibilità di un dirigente d’azienda: una semplice email letta male o una battuta fuori luogo possono arrivare a compromettere in maniera seria una brillante carriera.
Per aiutare i manager a districarsi in questa fitta trama di regole non scritte, ma puramente convenzionali è in vendita il libro: Business etiquette (Per un nuovo ambiente di lavoro), edito da Etas Lab dove sono raccolti i principi fondamentali della Business Etiquette.
Come si afferma nella recensione, questo volume può essere un ottimo mezzo per: scegliere il canale di comunicazione e il tono giusto per ogni messaggio; stabilire quali informazioni condividere – o non condividere – con i collaboratori, i colleghi e l’esterno; utilizzare il giusto humour in ufficio -negoziare efficacemente con i capi, i colleghi e i venditori.
In altri termini, apprendere quest’arte preziosa che sposa l’etichetta con la pragmaticità può portare innegabili vantaggi, sia sul piano personale che lavorativo.
Il principio cardine è il «sapere quando e come, dare informazioni o esprimere opinioni», sia con i clienti, che con i superiori, coniugando la chiarezza esplicativa con il rispetto assoluto delle buone maniere.
Ecco alcune delle “regole” fondamentali che l’uomo d’affari deve seguire per cercare di conseguire i massimi risultati sul lavoro.
La prima norma che disciplina il successo delle relazioni aziendali passa necessariamente attraverso la convivialità: è a tavola infatti che si sedimentano i rapporti interpersonali o che, al contrario, si rovinano, per delle formalità non rispettate, anche i migliori incontri di lavoro.
Durante una colazione di lavoro bisogna porsi in una situazione di passività. Occorre in pratica saper ascoltare, creando una situazione di empatia e familiarità, senza scivolare però nel tono eccessivamente confidenziale che porta ad abbandonare l’uso del Lei per quello, sbagliatissimo, di un amichevole Tu.
Altro aspetto fondamentale è il momento delle presentazioni, quando due estranei entrano a contatto per la prima volta. In questa situazione, bisogna usare un tono di voce alto che deve comunicare sicurezza e disinvoltura, la mano va posta verticalmente, e non obliquamente, e, soprattutto si deve sempre guardare negli occhi la persona che si ha di fronte, rassicurandola con un sorriso.
Infine, nel momento del commiato non si deve assolutamente dire «piacere», «lietissimo», «onoratissimo» ma, al contrario, optare per un più semplice ed efficace «Buongiorno, come sta?».