Proprio nel momento in cui Chris Anderson, il direttore del Wired americano, sottolinea l’impatto sul linguaggio e sulla comunicazione dei video online – sempre più fruiti e diffusi in virtù dell’aumento delle connessioni in banda larga, delle piattaforme di video-sharing e delle funzionalità di condivisione e raccomandazione dei contenuti sui social media – esce la ricerca di Brightcove secondo la quale l’utilizzo di video a supporto dei cataloghi online genera un aumento tra il 20% ed il 40% delle performance dei siti che li promuovono e li utilizzano a fini commerciali. Le ragioni sono molteplici e meritano qualche riflessione:
- in primo luogo l’utente non ama soffermarsi sui testi e, al moltiplicarsi delle informazioni disponibili al riguardo di un prodotto (schede tecniche, recensioni professionali, opinioni degli utenti, …), è evidentemente comodo avvalersi di un video per un veloce ed intuitivo tutorial tanto delle caratteristiche del bene stesso (ingombro, maneggevolezza, design) quanto delle sue funzionalità;
- un video è poi oggi sempre più integrato nei risultati di ricerca della Universal Search di Google e questo consentirà ai siti ricchi di video di godere di traffico qualificato proveniente da posizionamento organico anche qualora tali siti non godano della forza dei grandi operatori dell’e-commerce e dei comparatori di prezzo;
- a questo proposito è certamente importante sfruttarne la disponibilità mettendolo su YouTube e correttamente classificandolo nella categoria più opportuna con titoli, tag e descrizioni che rispecchino le regole del SEO e la keyword density. Da non sottovalutare la scelta di una miniatura di qualità: il fotogramma inciderà sul tasso di apertura del video stesso.
- Molti aggregatori di prodotti infine privilegiano i video: Twenga per esempio lo troverà un valore aggiunto e lo metterà nelle sue pagine di risultato a tutto vantaggio della generazione di traffico gratuito sulla pagina di dettaglio del prodotto sul nostro sito.
Se fonte di utilità deve essere per l’utente, un video non deve quindi essere contraddistinto da tratti marcatamente commerciali, ma deve presentarsi come un servizio, come una guida all’uso e con una certa qualità di realizzazione e di gradevolezza nella sua visione: se difficilmente si potrà fare di un video di prodotto un’iniziativa virale, almeno si dovranno incentivare gli utenti a condividerlo con gli amici che siano alla ricerca dello stesso prodotto e si darà almeno motivo ai blogger di settore di embeddarlo perché sia di utilità ai loro utenti.
Realizzare un video certamente è costoso tanto più se a farlo è un distributore a valle nella catena del valore e se tale prodotto non sarà disponibile se non per un breve periodo. È perciò importante capitalizzare al meglio l’iniziativa perché, tanto dal punto di vista del branding del nostro sito quanto dal punto di vista dell’effetto SEO che ne può derivare (cross-linking con le altre parti del negozio online), l’operazione sia il più possibile capace di generare valore anche nel lungo periodo.