Uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori degli Osservatori del Politecnico di Milano ha indicato che in presenza di una pubblica amministrazione completamente digitalizzata lo Stato italiano risparmierebbe circa 43 miliardi di Euro ogni anno. Per arrivare a queste cospicua cifra, che aiuterebbe a migliorare enormemente i conti del Paese, sono state individuate 3 principali voci di risparmio:
- risparmi sugli acquisti della P.A.,
- risparmi derivanti da aumento della produttività,
- risparmi a beneficio delle imprese, grazie a una pubblica amministrazione più snella ed efficiente.
Avere una pubblica amministrazione ingessata da lungaggini burocratiche rappresenta senza dubbi un costo per le imprese italiane. Ulteriore voce di costo, che pesa e non poco sui bilanci delle aziende, deriva inoltre dal ritardo dei pagamenti da parte della P.A.: il tempo medio per questa “pratica” è di circa 130 giorni con un debito totale della P.A. verso le imprese pari a 70 miliardi di euro.
Seppure in un periodo di tassi di interesse piuttosto bassi, tali ritardi si tramutano in un costo stimato in circa 1,5 miliardi di euro all’anno. A questa cifra si aggiunge il risparmio calcolato in circa 23 miliardi di euro per la riduzione delle attese e della burocrazia esistente per il solo settore imprenditoriale.
Visti i costi sociali ed economici di una P.A. non efficiente, il Governo sta andando avanti nel processo di digitalizzazione e semplificazione delle pubbliche amministrazioni.
Un recente esempio è l’operazione “Open Government” che mira a rendere i dati pubblici disponibili su supporti leggibili, modificabili e in formato aperto a disposizione di chiunque li voglia utilizzare per sviluppare applicazioni dedicate o per fini di analisi, in modo completo, libero da licenze e accessibile.
A ciò mira la “nuova P.A” con la nascita del portale dati.gov.it che ha l’obiettivo di svilupparei servizi e applicazioni web in grado di rendere i dati della P.A. meglio fruibili da imprese e cittadini.