Le strade del digitale e della campagna elettorale americana si incrociano sempre di più ed in modo più profondo di quanto non sia avvenuto quattro anno fa quando Barack Obama si servì del Web come un potente strumento di comunicazione, di organizzazione dei militanti (i famosi “meet-up”) e di vero e proprio CRM nei confronti di elettori e sostenitori. Tutto ciò con risvolti di fund-raising da destare l’ammirazione da parte delle più efficaci organizzazioni di direct e tele-marketing.
Google Elections, Twitter e Facebook, quest’ultimo in virtù della loro partnership con il blog Politico, sono infatti scesi in campo con offerte dedicate agli utenti perché questi seguano da vicino e vivano in prima persona il lungo anno elettorale e si sono proposti con strumenti di marketing specifici affinché gli staff dei candidati possano targetizzare al meglio la propria comunicazione e le iniziative di propaganda politica.
Il tutto in un anno in cui i temi caldi del digitale – la discussione delle proposte di legge restrittive sul diritto d’autore SOPA e PIPA in primis, proposte da deputati e senatori repubblicani – sono esse stesse un terreno di scontro fra l’amministrazione in carica, le dotcom ed i giganti di Hollywood supportati da Rupert Murdoch. Da questo punto di vista, bisogna ammettere che il recente posticipo, da parte del Congresso, della discussione di queste proposte di legge è una vittoria delle dotcom ed imporrà una riflessione più approfondita su come si fa “politica” attraverso il Web e non solo.
Non è tutto però. Emergono infatti le prime iniziative, come quelle di Sociopolitical, una unit dell’agenzia TargetedSocial, in cui la parte pubblicitaria sui social è accompagnata da attività più stringenti e scientifiche di social media listening e di engagement dell’utente, un’accoppiata che presenta le stesse tradizionali caratteristiche del buon vecchio “volantinaggio” con la precisione data dall’adozione di strumenti di ascolto che massimizzano la comprensione del buzz e l’approccio migliore per ciascun singolo potenziale elettore.
Una campagna elettorale, tutta da seguire, dunque. In particolare, per ciò che avrà da insegnare agli spin doctor nostrani che, a partire dalle amministrative di primavera, ne avranno davvero bisogno.