Un’analisi condotta dal New York Times fa luce sulle strategie fiscali di Apple, la quale riuscirebbe a risparmiare diversi miliardi spostando i propri capitali all’estero. Un intricato puzzle dunque costruito ad hoc al fine di sfruttare importanti benefici concessi da diverse nazioni mediante una serie di escamotage del tutto legali: ecco quali.
Secondo uno studio condotto da Martin Sullivan, ex economista al dipartimento del Tesoro statunitense, Apple avrebbe pagato lo scorso anno 3,3 miliardi di dollari di tasse nel mondo su 34,2 miliardi di utili con un’aliquota del 9,8%. Nello specifico, Apple avrebbe aperto una serie di consociate in tutto il mondo – anche a Reno, in Nevada, dove le aliquote fiscali sono più basse o pari a zero – per risparmiare ogni anno miliardi di dollari di tasse.
Tra i paradisi fiscali dove legalmente Apple ha lasciato i suoi guadagni, vengono citati l’Irlanda, l’Olanda, il Lussemburgo e Isole Vergini britanniche. In Europa, poi, Apple ha deciso di dar vita ad iTunes S.r.l., gruppo che si occupa di gestire i ricavi provenienti dalla distribuzione di contenuti digitali: la sede principale è in Lussemburgo, che consente di usufruire di un regime fiscale piuttosto generoso rispetto a quello di altre nazioni europee.
Apple ha risposto a quanto riportato dal New York Times affermando di aver “condotto tutte le sue attività con gli standard etici più alti, rispettando le leggi e i principi contabili applicabili”, aggiungendo peraltro di pagare negli Usa un “enorme quantitativo” di tasse. Nello specifico, di seguito il comunicato diramato dall’azienda con sede a Cupertino:
“Negli anni passati, abbiamo creato un incredibile quantità di lavoro. La maggior parte della nostra forza lavoro resta negli USA, con più di 47.000 impiegati a tempo pieno in 50 Stati. Focalizzandoci sull’innovazione, abbiamo creato da zero nuovi prodotti e nuove industrie, e più di mezzo milione di impieghi per i lavoratori statunitensi, a partire da chi crea le componenti dei nostri prodotti fino a quelli che li consegnano ai clienti. La crescita internazionale di Apple sta creando lavori a livello domestico, visto che coordiniamo la maggior parte delle nostre operazioni dalla California. Produciamo parti negli USA che poi esportiamo in tutto il mondo, e gli sviluppatori USA creano app che vendono in oltre 100 paesi. Per questa ragione, Apple è tra i principali creatori di posti di lavoro in America negli ultimi anni. […] Abbiamo contribuito a molte attività di beneficenza e non abbiamo mai ricercato pubblicità per questo. Ci siamo sempre focalizzati sul fare la cosa giusta, e non sui meriti che ne sarebbero derivati. […] Apple manda avanti il suo business con gli standard etici più elevati, in ottemperanza alle leggi e alle regole. Siamo incredibilmente fieri del contributo di Apple”.