Hewlett Packard si appresta a tagliare tra i 25 e i 30mila dipendenti, pari a circa il 10% della propria forza lavoro come misura per fronteggiare la crisi e tentare di migliorare i conti dopo perdite di 1,2 miliardi di dollari. Nella giornata di mercoledì prossimo saranno forniti ulteriori dettagli sull’entità dei licenziamenti – e soprattutto dei prepensionamenti – e su eventuali altre operazioni volte a rimediare al drastico calo della domanda di perconal computer a causa della rapida crescita di dispositivi mobili come tablet e smartphone.
In base alle fonti, i tagli dovrebbero avvenure gradualmente e potrebbero essere completati nel giro di almeno un anno o un anno e mezzo, anche se ancora dovrà esserne valutata l’entità esatta.
Con questa misura, il nuovo CEO Meg Whitman punta a intervenire sulle perdite di competititività accusate da questa azienda con sede in diversi Paesi del mondo. Alcuni analisti pensano invece che i tagli previsti dall’azienda californiana siano il diretto effetto della fusione della divisione computer con quella delle stampanti, voluta dall’amministratore delegato. Se i tagli venissero fatti con questi numeri, si tratterebbe di una della maggiori operazioni di riduzione del personale dell’ultimo anno anche se si sarebbe ancora lontani dal “record” storico di 20 anni fa quando IBM varò un piano di ristrutturazione che prevedeva tagli di circa 60mila dipendenti.
Nel frattempo, il management di Hewlett Packard ha fatto sapere che l’entità dei tagli sarebbe invece inferiore rispetto a quanto comunicato dalla stampa statunitense e che comunque saranno effettuati attraverso “scivoli” e incentivi. L’ampiezza della misura di HP – come detto – sarà resa nota mercoledì in occasione della presentazione della trimestrale di cassa.
Circa la metà dei dipendenti che rientreranno nel programma di tagli – pari a 10-15mila figure – appartengono a quella divisione “enterprise services” su cui Hp aveva puntato molto, investendo diverse risorse negli ultimi anni, culminate nell’acquisto di Eds per una cifra di poco inferiore ai 14 miliardi di dollari.
Una volta ridotto di numero il personale, Hewlett Packard punterebbe a investire su quei mercati in grado di dare il miglior ritorno economico all’azienda. A proposito di profittabilità, un recente rapporto di Morgan Stanley aveva individuato che l’utile per dipendente sia decisamente inferiore a quello di aziende concorrenti come Apple, Ibm ed EMC: se per Hp tale cifra si aggira sui 35mila dollari, per queste ultime 3 sarebbe – rispettivamente – di 49mila, 50mila e 67mila dollari.