Ai più, il nome di Ina Drew potrà suggerire ben poco. Ai dipendenti di Jp Morgan e agli analisti finanziari di mezzo mondo, tuttavia, quel nome indicherà ben più di qualche suggestione: Ina Drew è infatti una delle maggiori manager della banca d’affari statunitense, ed ex responsabile del settore di investimenti della banca nella divisione londinese, “rea” delle perdite clamorose che hanno creato non pochi problemi ai piani alti di Jp Morgan.
Ebbene, nonostante questo recente passato tutt’altro che invidiabile, Ina Drew si è vista riconoscere una buonauscita pari a 21,5 milioni di dollari, composta da 4,4 milioni di dollari di opzioni, e ben 17,1 milioni di dollari di azioni.
Cinquantacinque anni, ex chief investment officer della banca, Drew aveva già ottenuto circa 23,7 milioni di dollari di azioni dell’istituto di credito, e può ora accantonare un patrimonio che è quasi equivalente, suscitando non poche reazioni indignate nella comunità finanziaria e nella società reale. Da non dimenticare, inoltre, che Ina Drew aveva già messo mano su una remunerazione di 9,7 milioni di dollari, e su un piano pensionistico previdenziale di “soli” 2,6 milioni di dollari.
La scelta di premiare in tal modo Ina Drew arriva d’altronde in un momento in cui le principali banche d’oltre manica sono coinvolte in una confusa vicenda di presunte vendite di prodotti finanziari non trasparenti a piccole e medie imprese, e in una parallela indagine di manipolazione dei tassi di interesse Libor al fine di nascondere la reale posizione finanziaria degli istituti stessi.
Non tutti gli opinionisti, ad ogni modo, sembrano osteggiare la posizione fortunata della Drew e la presunta scarsa eticità dei suoi compensi nel contesto internazionale attuale: “E’ stata con Jp Morgan per tanto tempo” – dice Frank Glassner, partner di Meridian a San Francisco, riferendosi alla trentennale carriera della manager – “E’ stata una donna con un talento incredibile, e quanto ha guadagnato è il ricavo di tanti anni di lavoro, non solo di ieri”.
Purtroppo per lei, Ina Drew sarà tuttavia ricordata proprio per quanto accaduto “ieri”, e per essere sostanzialmente responsabile della perdita da 2 miliardi di dollari generato nel business dei derivati. Dallo scoppio di quello scandalo, le azioni delle principali banche americane hanno perso oltre 19 punti percentuali, e ancora non si avvertono i segnali di una uscita dal tunnel delle critiche.