Finmeccanica, uno dei brand italiani più noti in tutto il mondo, ha confermato il maxi piano di dismissioni che porterà la società a cedere un miliardo di asset entro la fine dell’anno, e che consentirà alla stessa società di poter perseguire in maniera sinergica la nuova fase strategica dei percorsi aziendali.
A presentare le ulteriori linee guida della società è stato il presidente e amministratore delegato, Giuseppe Orsi, al salone aerospaziale di Farnborough, dove si è parlato di tanto (ma non di tutto, leggasi alla voce Ansaldo) e dove si sono tracciate alcuni sentieri per lo sviluppo dell’azienda.
Come sopra accennato, a non finire al centro delle dichiarazioni di Giuseppe Orsi è stata la vicenda che vedrebbe Ansaldo Energia coinvolta in un processo di vendita alla tedesca Siemens, che avrebbe manifestato un aperto interesse nei confronti della società. Contemporaneamente, è emersa la possibilità che una quota della società possa essere rilevata dal Fondo strategico italiano gestito dalla Cdp. Più difficile è invece la negoziazione sul settore ferroviario, con Ansaldo Breda che si trascina il “male originario” delle perdite elevate, e di scarse possibilità di inversione di tendenza. In questo caso, i partner potenziali sono più che altro giapponesi (Hitachi), che tuttavia sarebbero interessati esclusivamente alla Sts.
Tornando alle affermazioni del manager Finmeccanica, segnaliamo innanzitutto come Orsi abbia confermato l’obiettivo di incassare un miliardo di euro entro l’anno, grazie alle dismissioni in programma. Dismissioni – dichiara il direttore generale, Alessandro Pansa – che sono “un processo complesso che deve svolgersi con riservatezza”.
Spazio, dunque, all’estetica. Al salone aerospaziale Finmeccanica non ha certamente risparmiato la propria presenza, occupando ampi spazi con i suoi elicotteri AgustaWestland, che hanno attirato le mire del primo ministro inglese, David Cameron, in visita agli stand italiani.
Orsi ha infine dichiarato che la spending review del governo non inciderà sui programmi Finmeccanica, e che i fondi per gli investimenti nella difesa dovrebbero tornare nel 2013 ai livelli del 2011, pari a circa 5 miliardi euro.