Acquistata nel 2011 – invero, non senza grandi dubbi sull’efficacia della transazione – Motorola non sembra avere pace. Google, controllante della società, ha infatti scelto di licenziare 4 mila dipendenti della divisione che si occupa della telefonia mobile, come parte del processo di ristrutturazione dell’azienda. Una scelta che riguarda soprattutto i posti di lavoro al di fuori dai confini statutensi, per una proporzione di due terzi su totale. Ma andiamo con ordine.
Motorola è stata ricondotta all’interno del recinto del più noto motore di ricerca del mondo nel 2011, quando Google acquistò la società per 12,5 miliardi di dollari. L’azienda opera con più di 90 sedi in tutto il mondo, e il licenziamento del 20% della forza lavorativa sembra ben essere integrabile all’interno del maxi programma di revisione con il quale Google vorrebbe compensare la perdita di quote di mercato a favore dei principali competitors (Apple e Samsung in testa). Dei 4 mila posti di lavoro che verranno posti in esubero, due terzi riguardano i mercati internazionali, mentre il rimanente terzo esaurirà la propria efficacia negli States.
Più complesso sembra essere invece il processo di revisione strategica di Motorola, che sembra volersi concentrare maggiormente sul segmento degli smartphone di ultima generazione, più costosi e con maggiore margine di guadagno, abbandonano il comparto dei cellulari meno onerosi ma meno redditizi. Un segmento, quello degli smartphone, dove tuttavia la concorrenza non manca. Il rischio è che le buone intenzioni di Motorola, prive di un prodotto davvero rivoluzionario, possano scontrarsi contro la forza commerciale di Apple e Samsung, che da sole sembrano poter rappresentare un temibile binomio.
Proprio anche sulla base di questa ultima considerazione, sembrano trovare nuova linfa i timori di quegli analisti che, all’alba della transazione societaria che condusse Motorola nell’ambito Google, si chiesero se l’operazione potesse veramente condurre del valore aggiunto nelle casse del motore di ricerca, forse avventuratosi troppo celermente nel campo della telefonia mobile, che continua a garantire margini di redditività relativamente bassi.