Dopo l’annuncio della chiusura di uno stabilimento in Germania a partire dal 2016, arriva la notizia di un nuovo taglio per il costruttore auto tedesco Opel: in questo caso, la dirigenza ha deciso di introdurre la settimana corta nei suoi due impianti produttivi di Ruesselsheim (vicino a Francofrote) e di Kaiserslautern. La notizia arriva in concomitanza con il compimento del 150° anno di vita della Casa d’oltralpe.
La misura, presa in seguito ai negoziati di legge avuti con i sindacati, si è resa necessaria in seguito ai risultati negativi frutto del forte calo di vendite di vetture in tutta Europa, che ha reso necessario una diminuzione della produzione.
La riduzione dei giorni lavorativi avrà effetto a partire dal mese di settembre e riguarderà un totale di 20 giornate a dipendente fino alle fine dell’anno. Saranno interessati 3.500 operai e 3.300 impiegati a Ruesselsheim e 2.500 dipendenti nello stabilimento di Kaiserslautern. Il provvedimento, per ora, non tocca invece i 7mila ingegneri che nella sede principale dell’azienda controllata da General Motors lavorano nel settore “ricerca e sviluppo”, quello su cui puntano le Case auto di tutto il mondo perché punta a introdurre tecnologie sempre più moderne nella filiera dell’automotive.
Minor giorni lavorati significheranno anche meno guadagno: secondo quanto reso noto, vi sarà un taglio di circa il 6% della retribuzione, anche se più che di taglio vero e proprio si parla di cassa integrazione.
Il presidente del Consiglio di fabbrica, Wolfgang Schaefer-Klug, ha sottolineato però che l’introduzione di questo provvedimento “garantisce il mantenimento dei posti di lavoro”.