Opel non è in vendita (e non andrà alla Fiat)

di Andrea Barbieri Carones

5 Ottobre 2012 13:45

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General Motors risponde di no alla proposta di acquisto di Opel da parte di Fiat, presentata nelle ultime ore da Sergio Marchionne.

Opel resta in Germania (con passaporto americano) e Fiat resta in Italia (per ora), anche se con solide basi negli Stati Uniti. Tramonta cosi nel giro di poche ore la possibilità che il gruppo Fiat acquisisca la Casa auto tedesca rilevandola dalla General Motors per riportarla a generare utili. Dalla parte di Sergio Marchionne giocava il fatto che GM aveva manifestato interesse a sbarazzarsi del brand europeo a causa del crollo verticale di ordini, che avevano portato a una prima decisione di attuare la settimana corta forzata in 2 stabilimenti del vecchio continente.

Dai vertici di General Motors, però, è arrivato un secco no alla proposta di matrimonio: “Opel non è in vendita e resterà sotto le ali del costruttore di Detroit, parte pienamente integrata della struttura globale di GM e vitale per il futuro successo in Europa” ha detto oggi in maniera lapidaria Steve Girsky, CEO dell’azienda tedesca e vicepresidente General Motors.

Marchionne, nelle ultime ore, era tornato all’attacco con l’intenzione di fare suo questo storico brand d’oltralpe. L’unico ostacolo – oltre alla volontà di GM – c’era il fatto che il gruppo statunitense a fine febbraio 2012 aveva siglato una importante partnership con Peugeot, terminato con l’acquisto del 7% della Casa transalpina.

Per avere Opel a prezzo di favore e sgravare GM di un peso (un paio di stabilimenti europei sono a rischio chiusura), Marchionne chiedeva che fossero sciolti i rapporti tra le due aziende oltre a quelli con il brand francese. Girsky ha però tolto ogni velleità italiana sottolineando anche che “l’alleanza tra GM e Psa Peugeot Citroen sta rispettando appieno il ruolino di marcia”.

Le vendite europee di Opel stanno andando molto male, come quelle della maggior parte dei “big” del vecchio continente: nel primo semestre di quest’anno, infatti, sono già 500 i milioni di perdita, contro i 662 di PSA e i 354 di Fiat auto in Europa. Per questo, dalla Casa madre nel Michigan è partita una strategia di riassetto e rilancio basati su ingenti investimenti nel vecchio continente. L’obiettivo di Marchionne era quello di effettuare economie di scala soprattutto per quanto riguardava la progettazione e la costruzione su larga scala di auto di piccole dimensioni, segmento in cui sia Fiat sia Opel sono abbastanza ben posizionati.