Ikea sarebbe pronta a licenziare 107 facchini, minacciando inoltre di trasferire l’attività logistica all’estero se non dovessero terminare gli scioperi che da 15 giorni stanno paralizzando l’attivita del centro di smistamento di Piacenza. Una parte dei lavoratori della multinazionale svedese dell’arredamento, infatti, chiede un diverso trattamento economico e minori carichi di lavoro, sostenuti per questo dai sindacati Cobas.
Intanto i picchetti al centro logistico lungo l’autostrada Milano-Bologna hanno impedito a numerosi mezzi pesanti di accedere e ripartire da questo grande “magazzino” Ikea dove vengono temporaneamente parcheggiati i prodotti destinati alla maggior parte dei punti vendita situati in Italia, a due in territorio svizzero e ad altri in Paesi mediterranei.
Intanto, il management Ikea Italia ha preso provvedimenti temporanei: smistando su altri centri logistici parte della merce che era destinata qui e annunciando il posibile taglio di 107 facchini a partire da lunedì 12 novembre proprio a causa del riposizionamento su altri impianti dei pezzi di arredamento pronti all’uso in arrivo dalle aziende fornitrici.
Un comunicato della multinazionale svedese ha indicato anche che tale misura del taglio dell’organico – che fa capo alle cooperative di personale e servizi che fanno capo a Cgs – viene presa in via temporanea, finché i blocchi non saranno tolti e l’attività di carico e scarico delle merci non avverrà regolarmente. A rischio, oltre al lavoro di 107 persone, è anche il polo logistico vicino a Piacenza che potrebbe essere chiuso – a detta dell’azienda – per l’impossibilità di svolgere una normale attività economica.
Il pugno duro dell’azienda verso gli scioperanti si vede chiaramente anche nel comunicato divulgato nella giornata di ieri: “Il blocco all’entrata dei depositi merci è ripreso ieri, impedendo l’accesso a uno dei due impianti logistici di Ikea a Piacenza. Stamattina il blocco si è allargato ad entrambi. Stante l’impossibilità di accedere ai luoghi di lavoro in una situazione di sicurezza, i lavoratori del sito sono stati costretti a tornare alle proprie abitazioni. La progressiva riduzione dell’attività della piattaforma logistica di Piacenza è valutata con estrema attenzione dalla Casa madre dove si stanno predisponendo ipotesi di scenari alternativi nel sistema di approvvigionamento delle merci“.