La Banca Mondiale ha ritoccato al ribasso le proprie previsioni sulla crescita dell’economia globale per l’anno 2013. Stimava prima una crescita del 3%, ora invece scesa al 2,4%. Saranno soprattutto i paesi in via di sviluppo a risentire della situazione sfavorevole di mercato.
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Secondo quanto infatti è stato diramato, le maggiori economie globali cresceranno dell’1,3% – mentre prima si parlava dell’1,9% – mentre i paesi emergenti vedono previsioni al ribasso dal 5,9% al 5,5%.
Ciò dovrebbe dipendere soprattutto dalla situazione degli Stati Uniti d’America: “per i paesi in via di sviluppo niente è più importante che un’economia americana stabile“, mentre per le economie più avanzate “la riduzione del deficit e del debito, il tasso di disoccupazione elevato e la debole fiducia continueranno a pesare sull’economia nel 2013“.
“Il 2013 è un anno rischioso“, avvisa il capo economista della Banca Mondiale, Kaushik Basu. Certo si parla di un calo lieve delle stime, con una recessione che dovrebbe durare comunque dodici mesi dato che alla fine del 2014 l’economia dovrebbe crescere di un ulteriore 0,9%, ma si dovrà vedere se si riuscirà a sciogliere il nodo del tetto del debito negli Stati Uniti, adesso a un soffio dal limite imposto per legge, pari a 16.394 miliardi.
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Avvisa la Banca Mondiale che se tale situazione non dovesse variare, anche negli USA si verificherà una recessione che finirà per rallentare, peraltro, il Pil mondiale dell’1,4%. Comunque, spiega l’istituto finanziario che anche se il pericolo di una grave crisi finanziaria è diminuito in modo sostanziale grazie al “notevole miglioramento” della fiducia nei confronti del mercato europeo, è ancora “troppo presto per abbassare la guardia“.