Gratificare o concedere bonus e incentivi economici per motivare i collaboratori può non servire a nulla, se l’indole personale di questi ultimi non si caratterizza per spirito di adattamento e fedeltà all’azienda.
=> Scopri i consigli per motivare i dipendenti
Secondo uno studio condotto dall’Università di Iowa, infatti, non sono i fattori esterni a determinare la motivazione dei dipendenti quanto la loro personalità e il livello di appagamento che riescono a conquistare.
«Il nostro approccio si sposta il punto di vista tradizionale secondo il quale le spinte motivazionali dei dipendenti siano provocate soprattutto da fattori e situazionali esterne, favorendo una visione differente secondo la quale la motivazione individuale è generata dalle caratteristiche della propria personalità.»
Gli autori della ricerca sostengono che sono le caratteristiche personali dei lavoratori a determinare il livello di motivazione: se l’obiettivo da raggiungere è realmente sentito, gli sforzi per conseguirlo non mancheranno e non saranno necessari incentivi per potenziare efficienza e produttività.
Secondo gli studiosi, ad esempio, se un dipendente mostra ambizione e spirito di iniziativa dovrebbe essere inserito in un ambiente dinamico con notevoli possibilità di carriera, mentre un lavoratore timido il cui unico obiettivo è lavorare in completa autonomia non dovrebbe mai essere “incentivato” con la prospettiva di una promozione che gli consenta di essere responsabile di un gruppo di lavoro.
=> Leggi come restare motivati dopo l’entusiasmo iniziale
Le aziende e i responsabili delle risorse umane, quindi, dovrebbero capire quali sono gli obiettivi dei singoli dipendenti prima di programmare e applicare strategie di motivazione comuni.