Le decisioni migliori? Niente consenso unanime

di Teresa Barone

24 Luglio 2013 10:00

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Tenere conto del parere della maggioranza e non del consenso unanime favorisce il processo decisionale.

Il processo decisionale procede senza intoppi e garantisce la scelta giusta se non si cerca di ottenere il consenso di tutti. Lo afferma una ricerca statunitense che sembra sfatare un mito molto radicato e inerente la continua ricerca del consenso come base per il successo, anche aziendale.

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Le decisioni migliori e maggiormente efficaci, secondo lo studio, non devono presupporre il 100% dei pareri favorevoli ma limitarsi a ottenere il favore della maggioranza degli interpellati.

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Il primo step è la discussione aperta del tema in oggetto, con la creazione di un tavolo di confronto che faccia emergere il parere di tutti senza avere timore di affrontare criticità e conflitti tra i partecipanti.

In questo modo si dà vita a un dibattito produttivo e libero che necessita, tuttavia, di una scadenza precisa: per generare decisioni migliori è bene evitare di protrarre la riunione all’infinito, meglio programmare in anticipo un momento di conclusione invitando tutti a manifestare il proprio pensiero.

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La decisione finale che tiene conto del parere della maggioranza e non di tutti si rivela maggiormente vantaggiosa per il business: una volta presa, tuttavia, deve essere accettata anche da coloro che inizialmente si sono mostrati contrari.