Con Facebook al primo posto, seguito da Twitter e LinkedIn, le aziende italiane sembrano utilizzare in misura sempre maggiore le tecniche di social collaboration: lo rivela uno studio commissionato da Avanade a livello globale e condotto su un campione di 4mila utenti e 1000 decision-maker IT e business.
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Come illustra Avanade (società produttrice di soluzioni tecnologiche e servizi informatici per le aziende) all’interno del white paper “The State of Social“, la social collaboration rappresenta una strategia per far emergere il potenziale del capitale umano presente in azienda, mostrando come i dipendenti siano sempre più consapevoli dell’importanza delle tecnologie sociali per migliorare le relazioni e coltivare le interazioni.
Ma quanto sono collaborativi i singoli membri di un team di lavoro? Sanno ottenere il consenso e la fiducia dei colleghi o rischiano di confondersi nella mischia? Per agevolare i manager nella verifica del livello di social collaboration della propria squadra, Avanade ha creato un test virtuale in grado di analizzare le performance social e tracciare un profilo personalizzato completo di consigli per migliorare efficienza e capacità relazionali.
Il test valuta, ad esempio, l’attitudine personale a ricercare punti di vista condivisi e ad accettare opinioni differenti dalle proprie, così come la capacità di farsi portavoce del gruppo e risolvere situazioni di disagio.
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Stando ai dati diffusi da Avanade, cresce il livello di soddisfazione di chi utilizza la social collaboration in azienda: se l’83% degli interpellati vorrebbe usarla più spesso, ammonta al 90% la percentuale dei dirigenti C-suite che considera questa tecnologia come fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Tracciando una panoramica dei vantaggi offerti dalla social collaboration, sono gli stessi utenti a sottolineare una notevole riduzione dei tempi di svolgimento del lavoro e un conseguente aumento della produttività, così come la capacità di reperire informazioni in modo più veloce.
Il 48% degli intervistati focalizza l’attenzione sulla nascita di una collaborazione semplificata, mentre per il 43% a trarre beneficio dal social networking è lo sviluppo di nuove idee. Il 18%, infine, sottolinea la possibilità di ricercare esperti in materia più velocemente.