Il modello americano vince

di Chiara Basciano

19 Febbraio 2014 13:00

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Strategie di smart working e mentoring: le chiavi del successo americano

Flessibilità e attenzione alle necessità dei dipendenti rendono le grandi aziende americane molto più competitive di quelle nostrane, infatti è risaputo che il benessere aumenta la produttività.

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Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano infatti lo smart working consente un incremento medio della produttività del 5,5% e un risparmio di costi diretti per circa 10 miliardi di euro che diventano 37 miliardi se si calcolano anche quelli indiretti. In Italia però le cose vanno diversamente e nonostante gli sforzi ancora la strada è lunga, soprattutto per quanto riguarda il telelavoro e il mentoring.

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In particolare il mentoring ha trovato grande applicazione nel passato, perdendosi però per strada fino a diventare un caso raro nel nostro paese. Luca Solari, docente di organizzazione aziendale e sviluppo delle risorse umane all’Università di Milano ha detto a tal proposito «Il nostro paese è stato pioniere nella definizione dei processi organizzativi aziendali con esperienze di rilievo come quella di Olivetti. Oggi purtroppo siamo in fondo a tutte le classifiche, ancorati a vecchi schemi di gestione. Perciò la grande rivoluzione del luogo di lavoro, in atto negli Usa e parzialmente in Europa, arriva in ritardo, e per processi imitativi, con iniziative isolate di Welfare aziendale, dagli asili nido alle mense, e all’utilizzo