Fidelizzare i talenti interni, evitare lo spreco di tempo ed incrementare l’impegno dei dipendenti sono indicati come i fattori chiave per la selezione interna del personale.
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Lo rileva la recente indagine condotta da Cornerstone OnDemand che ha analizzato come l’internal recruitment in Italia, Francia, Germania e Regno Unito, su un campione di 363 organizzazioni appartenenti a diversi settori. Secondo l’indagine il 77% delle aziende intervistate giudica positivamente la selezione interna, soprattutto per i risultati che si possono ottenere a lungo termine, vale a dire crescita professionale del dipendente e mantenimento dei talenti chiave per l’azienda.
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Sono soprattutto Regno Unito e Francia ad utilizzare la selezione interna, con, rispettivamente, percentuali del 54% e il 46%, mentre la Germania si attesta sul 33% e l’Italia sul 31%. La percentuale italiana è la più bassa, ma le aziende affermano di rendersi conto dei vantaggi derivanti dall’internal recruitment individuando come fattori di ostacolo il timore dei manager di perdere le risorse migliori (70%), seguito dalla preoccupazione di causare risentimento tra i candidati (40%).
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Il vero problema però è la mancanza di standardizzazione dei processi di selezione interna, presente nel 30% delle aziende. Sarebbe quindi necessario creare un dialogo costante tra i dipendenti e le risorse umane, in modo da individuare le ambizioni dei lavoratori e le necessità dell’azienda e lavorare insieme per trovare un modello di sviluppo armonico.