Anche il leader più stimato ha i suoi punti deboli, nonostante l’esperienza maturata e le abilità gestionali acquisite.
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Sono in molti, ad esempio, a non nutrire abbastanza fiducia nei propri dipendenti, mostrando una notevole incapacità di delegare e distribuire compiti e responsabilità. È invece fondamentale selezionare un gruppo di persone delle quali potersi fidare e concedere loro l’autonomia necessaria.
Un altro comportamento controproducente è un uso improprio dei dispositivi tecnologici: essere connessi sempre e dovunque è ormai un segno distintivo dello “smart working“, tuttavia può limitare lo sviluppo dei rapporti interpersonali. Un leader sempre connesso è, spesso, un capo onnipresente in grado di controllare il proprio team in modo eccessivo limitando l’autonomia.
E ancora, i leader sono spesso portati a cercare di piacere a tutti i costi, ma il desiderio di essere apprezzati e stimati dai collaboratori rischia di offuscare le capacità di giudizio quando si tratta di affari e scelte aziendali.
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Le decisioni più popolari, infatti, non sempre si rivelano le scelte giuste per il bene del proprio business. L’importante è cercare di spiegare ogni scelta al proprio gruppo di lavoro motivando ciascuna decisione: solo comunicando apertamente si possono ottenere comprensione e rispetto.