Sfide business per il 2016: la parola ai CIO

di Teresa Barone

28 Marzo 2016 13:00

logo PMI+ logo PMI+
I dati della CIO Survey 2016: aziende alle prese con la Digital Transformation e gli investimenti tecnologici.

Sono stati resi noti i risultati della CIO Survey 2016 promossa da Capgemini Italia, Hewlett Packard Enterprise e TIM e realizzata da NetConsulting cube, indagine condotta su un campione di circa 70 responsabili ICT attivi nelle aziende private nazionali che mette in luce quali sono le principali sfide business per l’anno in corso.

=> Cresce la domanda di manager del digitale

Il 70 per cento dei CIO interpellati sottolinea come le aziende siano chiamate a impegnarsi per ottenere il miglioramento delle performance aziendali, mentre per il 58% la priorità è data dall’innovazione di prodotto e di servizio e in misura leggermente inferiore dall’innovazione dei processi interni.

Per quanto riguarda la Digital Transformation, la metà dei CIO sostiene che sia un fenomeno già in atto e che non stare al passo con i tempi possa compromettere la competitività nel mercato.

Se il 43% delle aziende ha già definito un Masterplan di Digital Transformation, il 27% si adeguerà nel corso del 2016. Sempre in tema di investimenti nella tecnologia, le aziende puntano sul Mobile, sul Cloud Computing, sui Big Data, sull’Internet of Things. Anche il Social attira molti investimenti soprattutto per incrementare il livello di monitoraggio e la fidelizzazione del cliente.

Cambiamenti che i CIO affrontano adottando un modello di IT bimodale (già in uso dal 42% degli intervistati). Secondo Giancarlo Capitani, Presidente di NetConsulting cube:

«In uno scenario di trasformazione digitale come quello a cui stiamo assistendo, il CIO non ha più soltanto il compito di rendere i processi aziendali sempre più efficienti a costi decrescenti, ha quello di contribuire alla generazione di revenues e profitti attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche funzionali al business. Questo accade se il CIO ha una vision digitale e riesce a trasferirla al suo interno, a partire dal Top Management, se riesce a fare IT in maniera diversa, a collaborare all’interno di team interfunzionali che mettano a fattor comune competenze ed esperienze diverse per co-innovare. In altri termini, un CIO che abbia la capacità di reinventarsi.»