Sul lavoro si sopporta di tutto ogni giorno promettendosi di allontanare tutti i pensieri negativi al termine del lavoro.
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La convinzione principale è quindi quella che al di fuori del lavoro tutto si risolva, non è assolutamente così, apparentemente si mette da parte la rabbia e lo stress nella realtà si accumula per poi scoppiare. Il danno psicologico è elevato insieme al rischio di sfogare la rabbia un giorno qualunque ad un collega qualunque, rovinando così sia la propria mente che il proprio lavoro. Il rischio principale è proprio quello di esagerare e di passare dalla parte del torto, perché il lavoro può essere pesante e possono nascere problematiche, ma reagire esageratemente può portare a perdere tutte le ragioni. Il consiglio prima della gestione della rabbia è quello di capire il problema principale, insodisfazione personale, bassa retribuzione, colleghi, il capo, il peso del lavoro e tutto ciò che può portare rabbia e stress, dopo di che provare a risolvere il problema e parlarne e chi di dovere, per un’azienda è importante capire e soddisfare i propri lavoratori potrebbero essere i primi a cercare di risolvere il problema.
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Per eliminare la rabbia accumulata cercare, sia sul lavoro che fuori, attività in grado di rilassare il fisico e la mente, ognuno ha le sue passioni e i suoi hobby, l’importante è ritrovare la calma persa. Solo dopo può essere contemplato lo sfogo in ufficio, in poche parole è sempre consigliato evitare questo punto. Per sfogo si intende quel bisogno incontrollabile di rispondere al collega o anche al capo, dopo una provocazione o frecciatina. Se non si riesce a fermare questo istinto anche per una questione di principio è importante sapere come muoversi, prima di compiere errori irrecuperabili. In primis, come già detto, non bisogna accumulare il malcontento questo può portare ad una reazione esagerata, meglio rispondere ogni volta educatamente che mai per poi una volta esagerare. Per questo motivo bisogna affrontare un argomento per volta, è importante non usare una discussione dopo qualche tempo per rivangare tutte le situazione successe in passato.
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Non bisogna inoltre durante una discussione, rispondere con mezze frasi, questo attegiamento alimenta il litigio e non porta a nessuna conclusione costruttiva. Un’altro errore è indirizzare il litigio su questioni personali, attaccare l’altro su dei punti deboli come la famiglia, confidenze fatte, errori passati. Un attacco che può sembrare perfetto quando si è arrabbiati e infastiditi da una persona, ma sbagliatissimo sia per l’attuale litigio in corso sia per il rancore che può rimanere nel tempo. Ed infine quando sentiamo il bisogno di litigare con una persona, si deve valutare se le cose che si reputino fastidiose e problematiche siano davvero colpa dell’altro. Perché molte volte invece dipendono da noi o dal contesto lavorativo stesso. Per questo un litigio alcune volte può essere sostituito da una semplice osservazione, sopratutto se ci si rivolge al proprio datore di lavoro.