L’adozione della tecnologia sta continuando la sua inesorabile corsa all’interno delle aziende italiane e l’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano continua a monitorarne la situazione.
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In particolare sotto la lente di ingrandimento si trovano i Big Data, punto chiave della svolta digitale. Caratterizzati dalle 5 V: volume, velocità, varietà, veridicità e variabilità, la loro gestione adeguata è la chiave per una svolta decisiva per il business aziendale. Ogni fase di utilizzo dei Big Data deve avere determinate caratteristiche, la raccolta dei dati, per esempio, deve avere un’infrastruttura scalabile in grado di processare anche grandi moli di dati in real time, minimizzando le possibili perdite informative.
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Per quanto riguarda la fase di analisi bisogna essere pronti ad affrontare architetture complesse che coniugano capacità di elaborazione real time e batch. La conservazione dei dati deve superare il semplice utilizzo di database, trattandosi di una gestione molto più complessa. L’Osservatorio ha calcolato i diversi tipi di database utilizzati dalle grandi imprese: column oriented (20%), document-oriented/key value (14%), ibridi (11%), real time (9%), a grafo (5%) e time series (4%).
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Secondo i dati forniti dall’Osservatorio solo il 12% delle aziende analizzate mostra un livello di maturità adeguato, in cui è presente un dialogo attivo tra tecnologie tradizionali ed innovative. Nel dettaglio solo il 10% utilizza in modo esclusivo l’analisi esplorativa per la ricerca di pattern nascosti su grandi quantità di dati; il 60% realizza un proof of concept su un sottoinsieme esplorativo di dati e una successiva estensione; il 30% utilizza entrambi gli approcci a seconda della situazione.
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