La burocrazia, speso contorta e macchinosa, rappresenta il principale freno all’innovazione e alla dematerializzazione nella Pubblica Amministrazione: sono gli stessi dipendenti statali a sostenerlo e a proporre possibili vie d’uscita, interpellati nell’ambito dell’indagine annuale svolta da FPA che sarà presentata in occasione di FORUM PA 2017, in programma a Roma dal 23 al 25 maggio.
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Secondo il 67,2% degli statali interpellati, infatti, la causa principale dei processi burocratici ancora lenti e critici deve essere ricercata nell’eccessiva produzione di normative spesso sovrapposte, tanto da disorientare, demotivare e rallentare l’efficienza. Una situazione che allontana la conquista di una PA paperless, non attuabile neanche nel lontano 2030 secondo 45,3%.
Tra le possibili soluzioni, gli statali citano in primis la nomina dei dirigenti basata su criteri meritocratici: sostiene così il 50,7% del campione, con la convinzione che un manager dotato delle giuste capacità e competenze rappresenti la figura-chiave per dare via al cambiamento e all’innovazione. A tal proposito, è opinione diffusa che i dirigenti debbano essere sottoposti a valutazione per i risultati ottenuti.
«Abbiamo lanciato questa inchiesta perché, dopo 28 anni di studio delle amministrazioni da dentro e da fuori, continuiamo a trovarci di fronte una PA bloccata, in balia di una bulimia regolatoria, di una coazione a ripetere per cui si legifica molte volte la stessa cosa, con minime differenze, senza pretendere mai veramente, con accertamenti e sanzioni, che le norme siano effettivamente attuate – afferma Carlo Mochi Sismondi, presidente FPA. – In questo caos, i dipendenti pubblici ci raccontano che l’unica salvezza percepita è quella di restare fermi, di prendere il minimo delle responsabilità possibili, di aspettare che passi il vento dell’innovazione (che tanto dura al massimo il tempo di un Governo) o di pretendere, prima di applicarle, che le novità diventino obbligatorie. Ed è questo il fenomeno che abbiamo chiamato burocrazia difensiva. Occorre ridurre concretamente le norme e cercare una reale semplificazione delle procedure. E anche recenti novità come il Codice degli Appalti e il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) non sono state percepite come reali semplificazioni.»
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