Se è vero che la trasformazione digitale è in atto in un numero grandissimo di aziende è anche vero che ciò avviene attraverso figure addestrate per concretizzarla, prima fra tutte quella del CIO. Ma il Chief Information Officer deve sapersi evolvere, ridisegnando il suo modo di lavorare.
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A mettere in evidenza questo stato di cose è la ricerca CIO Survey 2017, realizzata da NetConsulting. Secondo quanto rilevato il 66% dei CIO si vede come attore principale per la gestione dell’equilibrio tra operation e innovazione, superando così la mera gestione del corretto funzionamento dell’IT. Tra gli elementi considerati più importanti per l’innovazione tecnologica delle aziende si piazza al primo posto il mobile, per il 68%, seguito da Big Data, per il 59%, dal Cloud, per il 56%, dalla Sicurezza, per il 54% e da IoT, per il 46%.
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Si preannuncia così un nuovo tipo di azienda, in cui la tecnologia incide su ogni settore, anche sull’organizzazione e sui processi interni. Ciò avrà una ricaduta anche sulle diverse figure professionali e i profili manageriali dovranno avere capacità trasversali, di coordinamento e governance, in grado di collaborare con il CIO che, da parte sua, dovrà innovare il suo modo di lavorare guardando alle potenzialità del digitale con grande attenzione. Le sfide considerate più importanti per il futuro prossimo appaiono: il miglioramento delle performance aziendali per l’84%, la digitalizzazione dei processi per il 70% e l’innovazione di prodotti e servizi per il 57%. Tutti elementi che sarà possibile migliorare solo con un coordinamento tra le diverse figure professionali presenti in azienda.
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