L’estensione ai revisori legali dell’abilitazione per l’invio della dichiarazione dei redditi sta creando non poco malcontento tra i commercialisti. Introdotta dal Decreto fiscale approvato dal CdM, la nuova normativa lascia perplesse le associazioni di categoria che sottolineano la carenza di tutele a favore dei professionisti.
Secondo quanto stabilito dall’articolo 5 del Decreto, anche i revisori legali vengono inseriti tra i professionisti abilitati a trasmettere la dichiarazione dei redditi, che si aggiungono quindi ai dottori commercialisti e alle altre figure incaricate, come ragionieri, periti commerciali e consulenti del lavoro.
Secondo Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), questa novità rappresenta una mancanza di tutela per la professione, che perde progressivamente posizioni anche a causa dell’allargamento delle competenze di altri professionisti.
La disposizione accentua sempre di più la perdita di significato dell’istituzione ordine professionale – sottolinea Maria Pia Nucera, presidente dell’Associazione dottori commercialisti -. È ormai assodato che essere iscritto ad un ordine costituisce solo un maggior vincolo e peso per il professionista, La differenza con i non iscritti o con gli iscritti al solo registro dei revisori (molti di noi sono iscritti ad entrambi) si è ormai totalmente assottigliata.
Da parte dell’Istituto nazionale revisori legali, invece, c’è piena soddisfazione nei confronti della nuova normativa contenuta nel Decreto fiscale.
Anche i revisori legali – si legge nella nota diffusa dall’INRL (Istituto Nazionale Revisori Legali) – potranno essere incaricati della trasmissione delle dichiarazioni dei redditi con un implicito via libera alla successiva disposizione per il rilascio del visto di conformità. Di conseguenza anche i revisori legali potranno rilasciare i visti di conformità anche per le asseverazioni del superbonus.