L’omissione o l’invio tardivo delle dichiarazioni fiscali dei propri clienti comporta sanzioni ridotte per il commercialista. Lo ha messo nero su bianco la Corte di Cassazione con l’ordinanza 26911 del 5 ottobre 2021, che sottolinea come si debbano applicare le sanzioni con cumulo giuridico e non materiale.
L’ordinanza, in particolare, fa riferimento a una controversia relativa all’avviso di accertamento invitato a un professionista dall’Agenzia delle Entrate, contestando l’invio in ritardo di oltre 90 giorni di 32 dichiarazioni dei redditi dei clienti. Secondo il Fisco, in casi come questi dovrebbero essere applicate sanzioni sulla base del cumulo materiale, quindi conteggiando il numero esatto delle violazioni (in questo caso i file inviati tardivamente).
Per i giudici, invece, questo non è il modus operandi corretto. La Corte di Cassazione ha sottolineato come debba invece applicarsi la sanzione più favorevole determinata sul cumulo giuridico, vale a dire calcolata non tenendo conto della quantità delle inadempienze ma solo della violazione più grave, aumentata fino al triplo.