Riforma Fiscale: un regime transitorio tra Forfettario e IRPEF

di Barbara Weisz

6 Luglio 2021 10:00

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Proposta delle commissioni parlamentari per un passaggio graduale dal regime forfettario all'IRPEF con aliquota provvisoria al 20% per due anni.

Un regime transitorio che accompagni il contribuente verso la transizione al regime ordinario di tassazione IRPEF: lo propongono le commissioni Finanze di Camera e Senato nel documento conclusivo sulla riforma fiscale approvato il 30 giugno 2021. Un meccanismo di uscita graduale dal regime forfettario, che risolva la criticità del sistema attuale, ossia il brusco passaggio all’IRPEF ordinaria al superamento della soglia di ricavi di 65mila euro, «con aggravio significativo in termini, sia di tassazione, sia di maggiori adempimenti».

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Il regime forfettario, lo ricordiamo, prevede una flat tax al 15% per le Partite IVA con ricavi o compensi fino a 65mila euro annui. Sopra questa soglia, si passa alle normali aliquote progressive IRPEF, che nel caso specifico sono almeno pari al 41% (redditi fra i 55mila e i 75mila euro), oppure al 43% sopra i 75mila euro. In pratica, chi fuoriesce dalla flat tax passa di colpo agli scaglioni più alti. Con la conseguenza, si legge nella proposta, è che viene inibita «la crescita dimensionale delle piccole imprese, il che contrasta con l’obiettivo fondamentale della riforma, vale a dire la promozione della crescita economica».

Viene quindi ipotizzata una gradualità per l’uscita dal regime forfettario attraverso un regime opzionale. In base al quale il contribuente può continuare ad applicare il sistema forfettario per due periodi di imposta successivi al superamento dei 65mila euro, con aliquota al 20%. La condizione è che, per ognuno dei due periodi di imposta, ci sia una crescita di volume d’affari pari almeno al 10% sul precedente. Per coloro che applicano il forfettario al 5% l’aliquota salirebbe al 10%, sempre nei due periodi di imposta successivi al superamento della soglia massima.

La Commissione raccomanda, per questa ipotesi, di accordare in favore del contribuente una limitazione dei poteri di accertamento dell’Agenzia delle Entrate, nei due anni per i quali viene esercitata l’opzione. Successivamente, si concluderebbe il passaggio dalla flat tax all’IRPEF ordinaria, quindi si applicherebbero le aliquote sopra citate (oppure, le nuove eventualmente previste dalla Riforma Fiscale).

Si tratta di una valutazione contenuta nel documento finale approvato in commissione alle Camere. La proposta di Riforma Fiscale vera e propria verrà comunque elaborata dal Governo, che ha annunciato l’intenzione di mettere a punto la legge delega entro fine luglio.