Il Regime Forfettario delle Partite IVA (professionisti e lavoratori autonomi con determinati requisiti), più volte modificato nel corso degli anni, è stato interessato da importanti novità nel corso del 2023, con effetti anche a partire dal 2024, in particolare per quanto riguarda le soglie di accesso e fuoriuscita.
Per passare al forfettario coloro che hanno i requisiti di accesso al regime con tassa piatta, hanno tempo fino al 16 febbraio – scadenza fissata per la liquidazione IVA – di ogni anno. Vediamo come procedere al calcolo dei requisiti 2024.
Regime forfetario: requisiti di accesso
A fronte dell’ultima Legge di Bilancio, non ci sono grandi scossoni per il regime forfettario che, mantenendo le stesse caratteristiche del 2023, continua ad essere il regime probabilmente più vantaggioso per le persone fisiche che esercitano un’attività d’impresa, di arte o professione, incluse le imprese familiari.
In base alle novità entrate in vigore quest’anno, anche per il 2024 restano:
- soglia massima di ricavi annui pari a 85.000 euro nell’anno procedente, al superamento della quale la fuoriuscita dal regime avviene nell’anno ‘imposta successivo;
- soglia secondaria di 100mila euro, al superamento della quale la fuoriuscita avviene in corso d’anno;
- tassazione al 5% del reddito imponibile (ricavi moltiplicati per il coefficiente di redditività) per i primi cinque anni, mentre dal sesto anno in poi l’imposta sostitutiva unica (flat tax) diventa del 15%;
- limite di 30mila euro lordi di reddito percepito dai lavoratori dipendenti che vogliano accedere al regime;
- limite di spesa di 20mila euro (stipendi e compensi) per collaboratori e/o dipendenti alle proprie dipendenze.
Forfettari: cause di esclusione
Anche per il 2024, resta escluso dal regime forfettario chi:
- non rientra nei precedenti vincoli;
- non risiede in Italia;
- si avvale di Regimi speciali IVA o di Regimi Forfettari di determinazione del reddito;
- partecipa contemporaneamente all’attività in partita IVA a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari;
- effettua in via esclusiva o prevalente cessione di fabbricati o porzioni di essi, di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi;
- emette prevalentemente fatture (per più del 50% di quelle totali) nei confronti del proprio datore di lavoro o di quello avuto nei due anni precedenti l’apertura della partita IVA;
- ha il controllo diretto o indiretto di una S.r.l. o di una associazione in partecipazione.
Tasse e contributi dovuti dai Forfettari
I forfettari pagano una imposta sostitutiva delle addizionali regionali e comunali e dell’IRAP, oltre ai contributi previdenziali obbligatori.
Il calcolo delle tasse per i forfettari si effettua applicando la seguente formula: [(totale ricavi x coefficiente redditività) – contributi previdenziali obbligatori] x flat tax.
A differenza delle tasse, i contributi previdenziali dovuti restano gli stessi, che si rientri o meno nel regime forfettario.
Con il regime forfettario, tra l’altro, l’unica voce di spesa che si può dedurre dal reddito è quella dei contributi previdenziali, deducibili al 100%.