Finisce in Parlamento la spinosa questione relativa alla legittimità delle consulenze gratuite fornite dai professionisti alle Pubbliche Amministrazioni, sancita recentemente dalla sentenza del TAR del Lazio.
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Secondo la sentenza, infatti, la PA può non versare alcun compenso al professionista se la consulenza è occasionale e se il lavoro è stato svolto senza sottostare a specifiche regole. Per il professionista, secondo il TAR, è sufficiente l’arricchimento professionale che deriva dalle singole esperienze come consulente di un ente pubblico.
Il 9 ottobre è stata presentata al Senato un’interrogazione che chiede ai Ministri una serie di valutazioni relative alla sentenza, esortando anche a prendere coscienza del delinearsi di un quadro normativo definito “confuso e ambiguo” in materia di incarichi professionali.
A prendere posizione è stato anche il Presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo:
Una sentenza pericolosa che va a ledere i diritti dei professionisti e che non possiamo accettare perché per ogni traguardo in tema di equo compenso – principio adottato ormai da moltissime leggi regionali – sembra esserci un passo indietro della giurisprudenza e questo non è tollerabile.
Auspichiamo pertanto, che sia stabilito al più presto un sistema di regole più chiare e che si proceda ad una revisione di questa decisione, a noi incomprensibile, così da ridare piena legittimità al lavoro dei liberi professionisti.