È in corso l’iter di conversione in legge del DL Sblocca Cantieri (attualmente in Senato, con termine ultimo per gli emendamenti stabilito il 7 maggio).
In base al testo in Gazzetta Ufficiale, sono numerose le novità per i progettisti che partecipano alle gare pubbliche, relative soprattutto alle modalità di pagamento dei compensi stabiliti.
Secondo quanto previsto dal provvedimento (Decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32), le stazioni appaltanti sono tenute a indicare nei documenti di gara le precise modalità per la “corresponsione diretta” della quota relativa al compenso che si riferisce agli oneri di progettazione.
La nuova normativa, quindi, introduce regole più precise sulla certezza del pagamento spettante ai progettisti, evitando che le imprese facciano da intermediarie e imponendo alle stazioni appaltanti di versare i compensi direttamente ai professionisti tecnici.
Per quanto riguarda i tecnici delle PA, inoltre, il testo prevede il ripristino dell’incentivo del 2% in fase di progettazione. Questa disposizione ha tuttavia aveva suscitato una immediata reazione da parte di architetti e ingegneri che operano come liberi professionisti. Secondo il presidente di Inarcassa Egidio Comodo:
Questa misura comporterebbe inevitabilmente uno svilimento del ruolo e della qualità del lavoro garantita dai liberi professionisti che operano nei confronti della Pubblica Amministrazione e avvantaggerebbe i soli dipendenti pubblici con un’integrazione importante del loro, già sicuro, stipendio.
Un altro punto critico è la liberalizzazione dell’appalto integrato fino al 2021. In pratica, il divieto non si applica per opere i cui progetti definitivi sono approvati dall’organo competente entro il 2020, con pubblicazione del bando entro i successivi dodici mesi.