La Legge di Bilancio 2019 introduce alcuni cambiamenti relativi al regime fiscale che regola le lezioni private impartite dagli insegnanti in ambito extrascolastico. Secondo le nuove regole, dettate dall’articolo 1 (dal comma 13 in poi), è prevista la flat tax anche per i docenti che impartiscono ripetizioni e lezioni di recupero.
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A decorrere dal 1° gennaio 2019, ai compensi derivanti dall’attività di lezioni private e ripetizioni, svolta dai docenti titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado, si applica un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali con l’aliquota del 15 per cento, salva opzione per l’applicazione dell’imposta sul reddito nei modi ordinari.
L’obiettivo della normativa – cha abbassa l’aliquota portandola al 15% fisso – è quello di far emergere il sommerso, tenendo conto dal volume di risorse generato dagli insegnanti che si dedicano a tale attività: secondo uno studio promosso dalla Fondazione Einaudi, infatti, del volume pari a circa un miliardo di euro solo il 10% viene regolarmente dichiarato dai docenti. In pratica, il 90% delle lezioni private non verrebbe dichiarato al fisco.
La reazione da parte dell’ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) è di palese perplessità, come sottolinea il Presidente Marcello Pacifico:
Anziché tassare le ripetizioni degli insegnanti meno pagati d’Europa, dopo Grecia e Paesi dell’Est, per eliminare la piaga dei corsi in nero sarebbe stato decisamente meglio disporre ulteriori finanziamenti per incrementare i corsi di recupero anche attraverso l’utilizzo del personale su organico potenziato.